Inizia l’era della Città Metropolitana. Empoli perde un pezzo di potere

Cambiano i rapporti con Firenze: servono nuove strategie

Brenda Barnini e Dario Nardella vice e sindaco della citta metropolitana

Brenda Barnini e Dario Nardella vice e sindaco della citta metropolitana

Empoli, 28 settembre 2014 - ARRIVA la Città Metropolitana e cambia l’assetto del potere, con l’Empolese Valdelsa che rischia grosso nella partita con Firenze. Le elezioni, di secondo grado (votano consiglieri comunali e sindaci, da noi 183, in larga maggioranza del Pd), si tengono oggi, mentre lo scrutinio delle schede avverrà domani a Firenze a partire dalle 8. In totale la platea degli elettori non arriva a 700 persone, un numero pari agli aventi diritto di alcune delle sezioni elettorali delle consultazioni a cui siamo chiamati noi cittadini. A guidare la lista metropolitana del Pd è il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, alla testa di 17 candidati, visto che per il sindaco della Metropoli non c’è gara: è già stabilito che sia il sindaco della città più grande, quindi il titolare pro tempore di Palazzo Vecchio, Dario Nardella. Per Barnini, a meno di decisamente improbabili ribaltoni elettorali, è già pronta la poltrona di vicesindaco metropolitano, come già autorevolmente annunciato dallo stesso Nardella. Per capire, l’assetto è simile a quello dell’Unione dei Comuni, con la differenza che per l’Empolese Valdelsa i membri dell’assemblea vengono eletti dai diversi consigli comunali in base all’attribuzione di un certo numero di ‘poltroncine’ guardando al numero di abitanti.

CON L’INCARICO di vicesindaco metropolitano si potrebbe pensare che la partita del potere è andata nel modo migliore, purtroppo non è così. Nel vecchio consiglio provinciale la pattuglia dei consiglieri eletti nei collegi che ricadevano nei comuni del Circondario (5 sicuri e qualche volta si arrivava a 6), tra l’altro tutti del Pd, permettevano alla Federazione di via Fabiani di avere in mano un corposo diritto di veto, visto che senza di loro sarebbero stati guai. Tanto per capire, l’Empolese Valdelsa era l’unica area territoriale della Provincia che aveva due assessori provinciali e, nell’ultima legislatura (prima del passaggio di Laura Cantini al Senato) la vicepresidenza. Questa ripartizione delle poltrone non era certo una benigna concessione, quanto un riconoscimento di un peso oggettivo. Se i consiglieri della nostra zona avessero fatto mancare il loro voto al bilancio, il documento più importante di Palazzo Medici Riccardi non sarebbe passato. Naturalmente gli strateghi di via Fabiani usavano il loro potere per ottenere scelte che tenevano conto anche delle necessità dell’Empolese Valdelsa. Si ricorda, poi, un’estate di alcuni anni fa quando il segretario della federazione dei Ds, Alberto Fluvi, arrivò, causa ferie del suo collega fiorentino, a trattare per tutto il partito la composizione della giunta provinciale.

QUESTO quadro adesso sembra destinato proprio a cambiare. Secondo le valutazioni più accreditate, il Pd si aggiudicherà 12 ‘consiglieri’ metropolitani su 17 (a cui si aggiunge il sindaco). All’interno di questi 12, però, i candidati della nostra area, oltre a Barnini sono il sindaco di Castelfiorentino Alesso Falorni e il collega di Fucecchio Alessio Spinelli. E quest’ultimo non è certo di passare. Quindi, la pattuglia dell’Empolese Valdelsa non è determinante per la maggioranza nella Città Metropolitana, a differenza di quello che succedeva con la ‘vecchia’ Provincia. Perciò, se non si possono mettere in campo i numeri, con la loro dura legge, si dovrà far scendere in battaglia sua maestà la politica, o, se preferite, le idee e l’abilità di tessere alleanze. Anche perché, quando si parla di interessi concreti, territoriali (basti pensare alla grana della nuova pista dell’aeroporto Vespucci), far parte di una stessa corrente di partito non è una garanzia di poter portare a casa i risultati auspicati. Certo, il vicesindaco è una garanzia da cui partire, ma ci vuole un lavoro comune di tutti gli amministratori locali dell’area (anche quelli non in corsa per il Consiglio metropolitano) perché i risultati si possono raggiungere solo con un lavoro impegnativo e faticoso ma che è l’unica possibilità di centrare i traguardi che nel tempo ci si porranno. Bruno Berti