Poste, gli abitanti difendono il loro sportello: «Giù le mani dall’ufficio»

A Castelnuovo giovedì la mobilitazione di sindaco e comitato contro la chiusura. Appuntamento alle 12 con ritrovo in piazza Santa Barbara

Alcuni abitanti discutono della chiusura dell’ufficio postale. In tanti giovedì parteciperanno alla mobilitazione

Alcuni abitanti discutono della chiusura dell’ufficio postale. In tanti giovedì parteciperanno alla mobilitazione

Empoli, 24 agosto 2015  - «NOI NON ci stiamo, alla chiusura dell’Ufficio Postale di Castelnuovo. Non ci stiamo perché si tratta di un servizio creato nel tempo con i soldi dei cittadini, e che non può essere trattato secondo una mera logica aziendalista». Così il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni invita i cittadini a partecipare al flash mob di protesta che si terrà il 27 agosto. «Giù le mani dalla posta». Gli abitanti della frazione collinare di Castelfiorentino, 800 anime soprattutto over 65, sono a lavoro giorno dopo giorno per la realizzazione dei cartelloni e dei volantini da sventolare a gran voce giovedì mattina alle 12 proprio davanti allo sportello.

«NON CI stiamo – prosegue il sindaco – perché significa privare una frazione geograficamente più “distante” delle altre di un punto di riferimento importante. Non ci stiamo, perché non è giusto nei confronti di Castelnuovo e dei suoi abitanti. E perciò, oltre ad aver ricorso per la seconda volta al Tar, come molti altri Comuni interessati da questo provvedimento, parteciperemo a questa protesta, come ci hanno chiesto tanti cittadini, per far arrivare forte la nostra voce ai vertici di Poste, e chiedergli di ripensare alla decisione, con tutti i mezzi possibili. Chiedo a tutti i cittadini di Castelfiorentino di unirsi a noi. Io, naturalmente, ci sarò».

IL CONTO alla rovescia è cominciato. E gli abitanti non si arrendono. Promettono di andare avanti fino alla fine in questa battaglia. La frazione collinare di Castelfiorentino non può far leva nemmeno su una banca o un modesto bancomat, la questione quindi è più spigolosa del normale: per tanti, le Poste non sono solo il luogo dove pagare bollette o ritirare corrispondenza,  ma anche il deposito di risparmi. 

Alcuni abitanti discutono della chiusura dell’ufficio postale. In tanti giovedì parteciperanno alla mobilitazione

«E’ assurdo chiudere questo sportello – dice perplesso Falorni –. Se Poste non fa un passo indietro e va avanti per questa strada inviteremo tutti i cittadini a ritirare i loro libretti». Anche la Fipac Confesercenti, che rappresenta oltre 5000 pensionati del lavoro autonomo e dei servizi nella città metropolitana, è scesa in campo nelle settimane scorse a difesa dei sei uffici postali a rischio chiusura, sul territorio, (Castelnuovo d’Elsa, Marcialla, Pomino, Romola, San Donato in Poggio, San Martino alla Palma) secondo il nuovo contestatissimo piano di “razionalizzazione” presentato da Poste Italiane.

Secondo il presidente Gilberto Boninsegni, «il progetto di chiusura e riduzione della presenza dei servizi postali sul territorio costituisce una mazzata per i nostri pensionati. Hanno fatto bene i sindaci e il governatore Rossi a scendere in campo: restiamo a disposizione anche per programmare e mettere in campo alcune azioni comuni a sostegno della causa». Falorni è preoccupato ma preferisce guardare avanti con una punta di ottimismo, soprattutto in vista del tavolo che dovrebbe esserci – la data è ancora da definire – tra Rossi e i vertici di Poste Italiane: «Mi auguro che il faccia a faccia porti a un passo indietro. Intanto noi aspettiamo i primi di settembre: in quei giorni verranno discussi i due ricorsi al Tar presentati dal Comune contro la decisione di chiusura».