Caro Pd, non ti voto più. Manifestazione davanti alla sede

In corteo i risparmiatori di Banca Etruria

I manifestanti davanti alla sede Pd. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

I manifestanti davanti alla sede Pd. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Empoli, 6 febbraio 2016 - Due ore scandite da slogan e cori. Davanti alla sede dei Democratici, poi al Municipio. Dalle 10 a mezzogiorno. «Ladri», «Non votate più Pd: è un partito che ruba ai poveri per dare ai ricchi». E il più classico «Vergogna». Parole cariche di rabbia contro «un partito e un governo che ci hanno lasciati soli», attaccano i manifestanti. Una quarantina, pensionati e lavoratori. Tra loro anche Angiolino Campigli, presidente del circolo Pd di Mastromarco in provincia di Pistoia, con il megafono a gridare lo sdegno di tutti. Uomini e donne, accomunati dall’esser stati travolti in pieno dal caos decreto Salva-Banche. Fino a metà novembre titolari di obbligazioni subordinate di Banca Etruria, poi all’improvviso senza più un risparmio.

«Siamo venuti qui nella speranza di poter parlare con qualche esponente del partito. Magari l’onorevole Parrini», tuonano i manifestanti dell’Empolese Valdelsa. E proprio all’onorevole Pd, impegnato fuori Empoli, è rivolto uno striscione ben in vista lungo la siepe davanti alla sede dei Democratici di via Fabiani: «Parrini stiamo aspettando la tua telefonata». «E’ così: stiamo ancora aspettando la telefonata che ci aveva promesso nel corso del primo incontro proprio qui in via Fabiani - spiega Roberta Gaini, una delle promotrici del gruppo Risparmiatori uniti - Era novembre. Ci aveva assicurato che ci avrebbe tenuti aggiornati, poi non lo abbiamo più sentito». Il malumore è forte, rabbioso: ce n’è anche per Renzi e un governo a cui «non faremo amministrare neanche un condominio». «Abbiamo scritto una lettera aperta ai politici locali, voleva essere una provocazione: è caduta nel vuoto - spiega Maria Grazia Pozzolini - Vergognoso, eppoi si chiedono perchè la gente non va più a votare».

Il corteo si muove verso via del Papa: striscioni e volantini, cori. La voglia di incontrare il sindaco Barnini, fuori sede per impegni istituzionali, lo stesso il suo vice Mori. «Non volevamo risolvessero i nostri guai, ma un gesto di solidarietà che non c’è stato - continua Gaini- Siamo manifestanti civili, non abbiamo mai aggredito nessuno». Il presidio empolese, dopo quelli di Roma, Firenze e Arezzo, si è concluso intorno a mezzogiorno. Con gli striscioni da arrotolare ma ancora «tanta determinazione ad andare avanti, anche con il sostegno dei partiti di opposizione quanto meno a livello regionale», conclude Manuela Landi. La battaglia si è conclusa, la guerra continua.