Le bambole di stoffa che hanno fatto innamorare lady Bonolis

La meravigliosa parabola di Sabrina Sanseverino

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Empoli, 14 novembre 2014 - IL DESTINO bussa alla porta quando meno te lo aspetti e in un attimo trasforma quella che fino a ieri era una semplice passione in un’impensata collaborazione. E’ successo a Sabrina Sanseverino, 48 anni, originaria di Empoli ma residente a Castelfiorentino da quando ne aveva 26. Le sue bambole di stoffa, nate dalla sua sconfinata fantasia e create totalmente dalle sue abili mani, hanno letteralmente stregato Sonia Bruganelli, la moglie del noto conduttore televisivo Paolo Bonolis. Lady Bonolis ha realizzato una linea di abiti da bambine che sarà presentata alla prossima edizione di «Pitti bimbo» a Firenze e alla quale ha deciso di abbinare, in un’elegante confezione regalo, le bambole di Sabrina che indosseranno gli abiti in miniatura della collezione.

«Come mi ha trovata? Attraverso il mio blog, che come le mie bambole, è una mia creazione – spiega candidamente Sabrina – La signora Bruganelli mi ha contattata, e una mattina è venuta a trovarmi a casa, a Castelfiorentino, proponendomi di collaborare con lei».

Sabrina intorno alle sue bambole di stoffa ha creato un vero e proprio mondo. «Amélie» (a tutte le sue creature ha dato un nome) è addirittura la protagonista di un fashion book, un originale manualetto (tutto scritto, curato e realizzato dalla sarta-artista) dove attraverso le sue avventure vengono fornite nozioni di cucito: l’attrezzatura necessaria, le basi fondamentali, modelli e figurini fino al moodboard. «A partire dalla prossima primavera – annuncia la Sabrina – sarò periodicamente a Roma per gestire il laboratorio creativo della signora Brugarelli. E’ successo tutto improvvisamente che ancora non mi rendo conto. Finalmente vedo una luce in fondo al tunnel».

Sì, perché la vita di Sabrina Sanseverino non è stata affatto facile. «Con mio marito abbiamo passato un periodo durissimo – racconta – Nel giro di due anni abbiamo perso entrambi il lavoro con due figli piccoli da crescere. Come se non bastasse abbiamo avuto anche un contenzioso sulla casa. A quel punto ho fatto di necessità virtù: forte della mia capacità nel cucire, dal momento che fino al 2000 ho lavorato per la Meucci di Firenze, e della mia innata passione per le bambole, mi sono dedicata a questa attività. Con le mie bambole di stoffa ho girato i mercatini e poi le fiere più importanti dell’artigianato».

Sabrina sa bene che il futuro non riserva alcuna certezza, ma grazie alle sue bambole adesso sa che i sogni possono diventare realtà.