Agosto, negozi aperti per ferie: come la crisi cambia le abitudini del commercio

Più gente non va in ferie, aumentano i negozi che non chiudono

Lapo Cantini

Lapo Cantini

Empoli, 22 luglio 2014 - NIENTE ferie per colpa della crisi. Se è vero che a differenza di qualche anno fa molti empolesi rinunciano a trascorrere le vacanze al mare o in montagna nel mese di agosto, anche i commercianti sono costretti ad adeguarsi. Secondo le stime di Confesercenti, l’estate 2014 verrà ricordata come una delle più ricche dal punto di vista dell’offerta di prodotti che sarà possibile trovare in città. Questo avviene per almeno due motivi. Il primo è quello appena descritto: molti esercenti, consapevoli che il numero di persone che in agosto rimarrà nel Circondario sarà molto più elevato rispetto agli anni passati, scelgono di tenere aperti i propri negozi per approfittare della domanda. 

IL SECONDO motivo è invece prettamente connesso con la crisi: chiudere un’attività comporta comunque dei costi, come ad esempio il pagamento delle tasse e degli stipendi degli operai/dipendenti. Se mancano i ricavi è sempre più difficile ammortizzare. «Le categorie che quest’anno non faranno le ferie d’agosto — spiega il responsabile di Confesercenti Empolese Valdelsa, Lapo Cantini — sono quelle dei pubblici esercizi e dei generi alimentari. Si tende a voler approfittare della permanenza in città di un numero sempre più alto di persone. Considerando che non tutti rimarranno aperti, chi sacrifica le proprie vacanze spera di incrementare gli affari sfruttando le chiusure degli altri». Quella di rinunciare alle ferie non è attualmente una tendenza che caratterizza il 100 per cento dei commercianti. «Ma le stime — prosegue Cantini — parlano comunque di un buon 65 per cento di esercizi che resteranno aperti. Sono numeri che crescono di anno in anno e che fino ad oggi non avevano mai raggiunto determinate proporzioni».  Perché gli esercizi pubblici e i negozi di generi alimentari? «La risposta è semplice: se la gente non parte per le vacanze in agosto — ragiona ancora il responsabile dei commercianti — ha comunque bisogno di consumare certi prodotti. La bella stagione, poi, invoglia le persone ad uscire: ecco perché anche locali e bar restano aperti in un periodo in cui, per tradizione, decidevano di chiudere». 

Vacanze più brevi, invece, per gli altri commercianti. Anche i titolari di negozi di abbigliamento e generi vari sceglieranno di chiudere per periodi limitati, con un massimo di due settimane.  «E’ vero che la domanda cala in estate — conclude Lapo Cantini — ma anche in questo caso bisogna considerare i saldi e il fatto che in pochi, ora come ora, possono permettersi di chiudere per venti giorni o addirittura un mese». Insomma, vietato stupirsi se nel mese di agosto non vedremo la solita schiera di cartelli ‘chiuso per ferie’ sulle vetrine del centro e altrove. La crisi, ormai, si sta portando via in certi casi anche il sacrosanto diritto dei lavoratori di godersi un po’ di meritato riposo estivo.