2008-11-16
IL GIORNO dopo il ritrovamento di Marcos Garcia Martiniano, il disabile psichico di 30 anni trovato morto in fondo a un calanco delle colline di Certaldo, c’è sbigottimento e dolore per la tragica fine del giovane di origine brasiliana. Carabinieri e volontari della Prociv Arci di Certaldo hanno battutto palmo a palmo il territorio, da quando sono stati allertati che Marcos era stato visto l’ultima volta, proprio a Certaldo, accompagnato alle 15 di pomeriggio da un automobilista e lasciato in una stradina di campagna. La Prociv, informata della scomparsa del 30enne alle 16 di martedì scorso, ha avviato una serie di battute, organizzate a dovere secondo le indicazioni fornite sulle abitudini dello scomparso. Come il fatto che Marcos non si sarebbe mai addentrato in un bosco. Sono state tredici le squadre che, senza sosta, sono state messe in campo per setacciare ogni strada, ogni casolare, ogni tettoia in cui si sperava che il 30enne avesse potuto trovare un riparo per la notte e i giorni futuri, caratterizzati da forti piogge. La foto di Marcos, che abitava con gli zii a Lastra a Signa dal febbraio scorso, è stata fatta vedere a coloro che abitano nei casali attorno. Poi ci sono state molte segnalazioni: chi lo aveva avvistato a una fermata dell’autobus a Fiano, frazione di Certaldo, chi a San Casciano, chi a Montespertoli. Indicazioni fuorvianti, ma che non hanno distratto l’operato dei carabinieri di Certaldo, della Compagnia di Empoli, di Montespertoli e dei volontari che hanno battuto con insistenza il territorio certaldese.

«SAREBBE stato molto difficile riuscire a trovarlo laggiù in fondo. Basta pensare che a trovare il cadavere del ragazzo è stato un tartufaio con il suo cane e non un cacciatore. I cercartori di tartufo riescono ad arrivare nei posti più difficili e impervi, proprio come questo», dicono dalla Prociv. Proprio per ieri mattina, se non fosse stata fatta la scoperta del corpo senza vita, era già stata programmata una battuta con il gruppo cinofili dei carabinieri e con il supporto della Provincia. Ma ormai per Marcos era troppo tardi. Venerdì la tragica scoperta del cadavere a opera di cani da tartufo, che si sono imbattutti per caso nel corpo senza vita e senza segni di violenza. La speranza, espressa con spontaneità da tutti coloro che hanno preso parte al recupero della salma, è che Marco Garcia non abbia sofferto.

IL REBUS da sciogliere è la ricostruzione delle ultime ore di vita del giovane, su come sia arrivato fin lì e sulle cause della morte. L’autopsia sul cadavere è fissata per domani mattina all’Istituto di medicina legale dell’ospedale di Careggi. Solo dopo aver stabilito il giorno del decesso, sarà più facile capire le cause della morte. Secondo una prima ispezione da parte del medico legale, il decesso sarebbe avvenuto almeno 48 ore prima del ritrovamento. Non è esclusa neppure l’ipotesi che la morte sia avvenuta nella notte fra sabato e domenica e per cause naturali, come un malore, freddo o crisi epilettica.

LA PROCURA di Firenze ipotizza il reato di abbandono di persona incapace seguita da morte nell’inchiesta aperta sulla scomparsa del 30enne. Per il momento il fascicolo sarebbe a «carico di ignoti»: il caso è affidato ai sostituti Concetta Gintoli e Giuseppina Mione, sotto la supervisione del procuratore Giuseppe Quattrocchi. Scopo dell’indagine, spiegano gli investigatori, sarà anche ricostruire la tempistica con cui è stato dato l’allarme, chi è intervenuto e come in questi giorni. I familiari sono sconvolti dal dolore: «Ci sono tante cose che non quadrano — dice Alessio Pancani, marito di Lucia Garcia, la zia di Marcos — Non voglio dire di più. C’e’ un’inchiesta della magistratura. So solo che Marcos non c’è più, che siamo distrutti, per noi era un figlio».
Sara Bessi