2008-05-25
di BRUNO BERTI
«C’E’ UN ESERCITO», detto da un entusiasta sanminiatese, forse momentaneamente immemore della battaglia, che vide soccombere la sua città, celebrata ieri a Empoli, è certamente un attestato di piena riuscita dell’iniziativa del Volo del Ciuco. Nelle vie del centro c’era davvero la folla delle grandi occasioni, sia al corteo storico, con il contributo degli sbandieratori, dei tamburini e dei suonatori di chiarine di alcune contrade dei Palii di Fucecchio e di Cerreto Guidi, che in piazza Farinata degli Uberti. Tra i figuranti delle contrade (anche alcuni empolesi con le vesti prestate per l’occasione) c’erano pure alcuni armigeri con alabarda, un omaggio alla commemorazione della battaglia. Entusiastici anche i commenti raccolti da tanti cittadini, tra cui alcuni che hanno fermato il sindaco Luciana Cappelli per esprimere la soddisfazione per la riproposizione della manifestazione. Migliaia di empolesi hanno così vissuto una giornata di festa grande che ha ricordato quel fatto d’arme in cui gli empolesi capitanti da Cantini fecero capitolare San Miniato che voleva sciogliersi dal dominio di Firenze. Sulla verità storica ci sono diverse scuole di pensiero, comunque una battaglia ci fu, anche se non con le capre con i lumini sulla testa per far credere agli assediati di avere di fronte un esercito numeroso. Così come, con ogni probabilità, non ci fu la sprezzante risposta dei sanminiatesi alle truppe empolesi secondo la quale era più facile che un asino volasse che gli assedianti prendessero la città.

DEL CORTEO storico facevano parte a pieno titolo un ciuco marrone e tre capre, appunto, per ricordare il fatto giunto a gloria letteraria grazie a un poema eroicomico di Ippolito Neri. E poi in Toscana si faceva, e si fa, volare un po’ di tutto: basti pensare alla vicina Vinci dove ogni anno tocca a Ecco Santi, il comandante delle truppe vinciane che tradì e che fu condannato a morte. Il Volo del Ciuco empolese, nel tempo, assunse anche la funzione di indicare l’esito dei raccolti (se arrivava a terra vivo era positivo, altrimenti erano dolori), un po’ come avviene per il più famoso volo della Colombina a Firenze.


TRA IL PUBBLICO c’era un forte ricorso ai telefonini con fotocamere e macchine fotografiche per immortalare l’avvenimento. Il corteo storico è partito da tre diversi punti della città (piazza della Vittoria e del Popolo e via delle Fascaie) per poi riunirsi e compiere due giri d’Empoli per approdare quindi in piazza Farinata, la piazza per eccellenza della città. Il sindaco Luciano Cappelli (il Comune ha anche contribuito, oltre che patrocinato l’iniziativa) aveva sulle spalle la maglietta del Volo del Ciuco consegnatale dai dirigenti dell’Avis. Il ciuco, battezzato Fabrizio (ogni riferimento al presidente dell’Empoli Fc è puramente casuale) e ovviamente di cartapesta, doveva volare alle 18,45, ma le esibizioni degli sbandiereratori e qualche ritardo sulla tabella di marcia, lo hanno fatto partire dal campanile della Collegiata verso le 19,40: in pochi secondi è arrivato dove doveva, vale dire sotto il loggiato del Palazzo Ghibellino, fermando la sua corsa contro delle balle di paglia.