L’elicottero e le parole

Il Direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 4 marzo 2015 - CARO DIRETTORE, ​fra Renzi che prende l’elicottero e Mattarella la tramvia, opto per il primo: proviamo a immaginare un attentato alla massima carica dello Stato, nella tratta da Santa Maria Novella a Scandicci. Penso che queste due personalità debbano essere protette al massimo. E basta cavillare su ogni cosa che fa Matteo Renzi. ​Franco Torsoli, Sesto F.

 

CARO TORSOLI,

sul caso dell’elicottero fatto atterrare ad Arezzo Matteo Renzi ha razzolato bene e predicato male. Nel senso che non c’è niente di strano se il presidente del consiglio si sposta con un volo di Stato dalla sua abitazione a Roma. La legge glielo consente, e questo in uno stato di diritto già basta.

Il problema è che prima di allora Renzi - specie agli albori della sua esperienza politica nazionale - si era distinto per una serie di invettive contro la «casta», quelli che viaggiano sulle auto blu e via dicendo. Si faceva fotografare in treno e in bicicletta. Alimentando insomma una narrazione che giocava molto sull’antipolitica. Che in parte aveva una sua ragion d’essere, in buona parte era strumentale. Per molti così è stato inevitabile fare il confronto. Sono i rischi del mestiere.