Rottamatori o restauratori?

L'editoriale

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 28 maggio 2017 - Strano destino, quello di Renzi e Berlusconi. Ambedue nati per rottamare rischiano seriamente di passare alla storia come i Grandi restauratori. L’accordo che si va profilando sulla legge elettorale porta stampato il marchio di ciò che per loro è sempre stato infamia politica, l’odiato proporzionale. Basta un clic su Google per rintracciare migliaia di citazioni berlusconian-renziane sulla necessità introdurre regole che consentano ai cittadini di stabilire la sera stessa del voto da chi saranno governati. La scelta maggioritaria è stata la trama della narrazione di entrambi, non serve neppure andare troppo indietro nel tempo. La coerenza che non si richiede al politico è nell’immediato, giacché spesso è la tattica che fa premio sulla strategia, ma nel lungo periodo il discorso è diverso, la richiesta di coerenza si trasforma in esigenza di visione.  Si può non essere coerenti, ma occorre avere una prospettiva. E la visione non può mutare a seconda degli interessi del momento. Il ritorno al proporzionale che i due leader nazzareni stanno varando marcherà invece il giudizio storico sulla loro esperienza politica. Si può discutere di riforme fatte o non fatte, di riforme buone o cattive ma la maggior parte dei discorsi cadrà nel dimenticatoio. Ci ricorderemo invece che prima di Renzi esisteva un sistema elettorale - magari monco, magari imperfetto - che garantiva un’alternanza, e che dopo il passaggio del Rottamatore questo sistema non c’è più. Idem per Berlusconi, con l’aggravante (o l’attenuante, a seconda dei punti di vista) che è il «secondo» Berlusconi ad aver distrutto ciò che il primo aveva realizzato.

Il passaggio dal proporzionale della prima repubblica al maggioritario imperfetto del Mattarellum e del Porcellum sono avvanuti in costanza di Ventennio berlusconiano. Ambedue stanno così attuando ciò che da sempre hanno avversato, in una sorta di sghemba eterogenesi dei fini che però poco sa di virtuoso e molto di interessato, figlia di una reciproca debolezza e dalla volontà di uscire dall’angolo in cui la propria vicenda politica (per Berlusconi) e i propri errori (per Renzi) li hanno confinati. E’ il classico caso in cui è il Paese a pagare gli sbagli dei propri governanti. Temiamo non sia l’ultimo.