Un nuovo inizio

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 28 agosto 2016 - CONSENTITECI un paradosso: quanto è bella l’Italia in questi giorni di lutto. Uomini e donne che remano dalla stessa parte, scavano, piangono, pregano, nessuno che grida ‘dagli al politico’, gli immigrati che danno una mano, tutti impegnati in uno slancio di solidarietà talmente profondo da indurre la Protezione civile a dire: «Basta aiuti». Una favola vera, che però come tutte le favole è destinata a finire. Questione di giorni. E quando l’afflato collettivo terminerà sarà il momento di abbozzare i primi conti, e di tracciare un bilancio di quanto questa ennesima tragedia potrà insegnarci per il futuro. L’impressione è che il terremoto di Amatrice, dopo l’Aquila, dopo l’Emilia, dopo l’Umbria, dopo San Giuliano di Puglia, dopo l’ennesimo sisma sempre uguale sia l’ultima chiamata per un salto di responsabilità nella prevenzione e nella gestione delle emergenze ambientali.

PERCHÉ per troppo tempo sono state solo parole e nessuno ha avuto il coraggio di affrontare di petto il problema dei problemi, ossia il governo di un territorio – quello italiano – che sia dal punto di vista sismico sia idrogeologico necessita di un profondo e costosissimo riammodernamento. La differenza dei discorsi sentiti dopo Amatrice sono i conti: stiamo iniziando a capire - cifre alla mano – che prevenire costa molto meno che intervenire successivamente, e che con un serio programma di interventi stavolta l’Europa potrebbe davvero darci una mano. Concedendo fondi aggiuntivi e consentendo sforamenti di bilancio altrimenti proibiti. Stiamo iniziando a capire come gli adeguamenti antisismici, oltre che una necessità morale perché garantire a tutti una abitazione sicura, specie se pubblica, è un dovere dello Stato, possono rappresentare anche un importante volano economico, come qualche tempo fa è stata la giustissima e necessaria riqualificazione energetica.

E COME nella giungla degli incentivi e delle defiscalizzazioni esistano paradossi inconcepibili, tutti molto penalizzanti per una corretta gestione del patrimonio immobiliare: perché per esempio si possono scaricare le spese del veterinario e non quelle per i lavori di consolidamento della propria abitazione? Ecco, tutto questo potrebbe finalmente trovare una sintesi, forse la troverà, in una normativa che renda obbligatori certi ammodernamenti, e li faciliti fiscalmente. Perché entro poco possiamo avere tutti una Italia più sicura, e non assistere ancora tra qualche tempo ad altri inaccettabili scempi umani come quelli di Amatrice. L’idea lanciata da Renzi di un piano può essere un nuovo inizio. Non lasciamocelo scappare.