Ebola, italiana con sintomi sospetti ricoverata a Istanbul. Si teme fiammata dell'epidemia

Il coordinatore Onu è arrivato in Liberia, prima tappa di un tour nei paesi africani colpiti dal virus. I numeri del contagio: 1.427 le vittime. Tredici morti sospette in Congo

Ebola, la polizia controlla alcuni abitanti in attesa della distribuzione del cibo in Liberia (Ansa)

Ebola, la polizia controlla alcuni abitanti in attesa della distribuzione del cibo in Liberia (Ansa)

Monrovia, 22 agosto 2014 - Una ragazza italiana di 23 anni è ricoverata nell'ospedale Haseki di Istanbul con sospetti sintomi di ebola. La giovane, riferisce il sito del quotidiano turco Hurryet, proveniva da Kano in Nigeria, dove aveva già una forte febbre che i medici locali hanno diagnosticato come malaria e non ebola. E' stata fermata per controlli all'aeroporto internazionale Ataturk su un volo della Turkish Airlines. Durante le cinque ore del viaggio la ragazza ha iniziato a sentirsi male e a vomitare. Nell'ospedale è stata messa in quarantena ed isolata in un'area speciale fino a quando non saranno confermati i sintomi della malaria.

ALLARME "FIAMMATA" - Il coordinatore dell'Onu contro il virus ebola vuole essere pronto ad "affrontare una fiammata se necessario" dell'epidemia. "Quello che sono determinato a fare è quello di garantire che ogni elemento del nostro apparato sia la suo livello ottimale per poter affrontare una fiammata, se necessario", afferma il dottor David Nabarro. Il coordinatore Onu è arrivato in Liberia, prima tappa di un tour nei paesi africani colpiti dall'epidemia.

I NUMERI DEL CONTAGIO - L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dal canto suo, ha avvertito che la lotta contro l'epidemia impegnerà tutte le risorse sanitarie per "diversi mesi". L'Oms ha anche aggiornato i drammatici numeri dell'epidemia: 1.427 vittime e 2.615 casi di contagio. I Paesi colpiti sono Liberia, Guinea, Sierra Leone e, in misura minore, la Nigeria. Intanto dalla Repubblica democratica del Congo giunge la notizia che tredici persone sono morte per una febbre emorragica "di origine non determinata" dall'11 agosto nel nordest del Paese. Il ministro della sanità congolese Felix Kabange Numbi ha reso noto che le circa 80 persone che hanno avuto contatto coi pazienti deceduti sono assistiti nelle loro abitazioni a Boende Moke, Lokolia, Watsikengo e Lokula, località della provincia nordoccidentale dell'Equatore: vengono monitorati quotidianamente da 21 giorni. 

IL SENEGAL CHIUDE LA FRONTIERA CON LA GUINEA- A causa dell'epidemia di Ebola il Senegal ha chiuso le sue frontiere terrestri con la Guinea. Lo riferisce il ministero dell'interno di Dakar precisando che la misura si estende "alle frontiere aeree e marittime per i velivoli e le imbarcazioni provenienti dalla Guinea, dalla Sierra Leone e dalla Liberia".

BENIN, VESCOVO VIETA SEGNO PACE DURANTE MESSA - La Chiesa del Benin ha deciso delle misure precauzionali contro l'eventuale diffondersi del virus Ebola. Con una circolare a tutti i prelati l'arcivescovo di Cotonou, mons. Antoine Ganyè, invita ad "omettere il rito dello scambio della pace" durante la Messa e a dare la Comunione "preferibilmente nelle mani". Le misure sono state adottate - secondo quanto riporta la stampa locale - anche in vista dell'annuale pellegrinaggio mariano a Dassa, al quale partecipano pellegrini di tutto il mondo. Mons. Ganyè invita infine a "rafforzare le regole di igiene nelle parrocchie, nelle comunità e in tutti i siti ecclesiastici" cercando anche di evitare "assembramenti" che normalmente possono verificarsi nei grandi pellegrinaggi.

LONDRA: 6,5 MILIONI DI STERLINE PER LA RICERCA CONTRO EBOLA  - Il governo inglese ha lanciato un appello di emergenza a scienziati e ricercatori per nuove idee per combattere l'epidemia di Ebola. Come riporta il quotidiano The Independent, a disposizione per la ricerca sarà stanziata la cifra di 6,5 milioni di sterline, con borse di studio che saranno assegnate agli esperti che potranno dimostrare, con prove e analisi, come si diffonde la malattia, il miglior modo di trattarla e come informare al meglio le persone sui rischi. Parte di questa cifra verrà data dal Dipartimento di sviluppo internazionale e dalla fondazione di ricerca medica Wellcome Trust, dopo le accuse di Medici senza frontiere alla comunità internazionale di non aver contribuito quasi per niente alla risposta all'epidemia. Le proposte di ricerche saranno valutate dall'organizzazione Enhancing Learning and Research for Humanitarian Assistance. ''Una ricerca rapida sugli interventi umanitari e terapeutici - commenta Jeremy Farrar, direttore del Wellcome Trust - può servire al trattamento e contenimento dell'epidemia in corso. Ciò che stiamo imparando ora, inoltre, potrà cambiare anche l'approccio alle future epidemie, fornendoci strumenti testati e tecniche che finora non erano disponibili alle pubbliche autorità di salute''.

SVILUPPATI ANTICORPI ARTIFICIALI - Sviluppati due anticorpi artificiali che proteggono dal virus Ebola utilizzando come 'calco' di partenza per dargli forma un anticorpo specifico anti-Ebola di topolini. Reso noto sulla rivista ACS Chemical Biology, è un risultato ottenuto nell'ambito di un grosso progetto di ricerca teso a trovare cure contro i virus delle febbri emorragiche tra cui l'Ebola che attualmente sta spaventando il mondo. Il progetto è portato avanti dal consorzio "Viral Hemorrhagic Fever Immunotherapeutic Consortium" (VIC) il cui obiettivo è quello di scoprire e sviluppare terapie anticorpali contro i virus Ebola, Marburg e Lassa. Il consorzio è coordinato da Erica Ollmann Saphire de The Scripps Research Institute (TSRI). Gli anticorpi sviluppati nello studio appena pubblicato, condotto da Johnatan Lay dell'Albert Einstein College of Medicine a New York, sono efficaci contro il ceppo di Ebola del Sudan, per il quale - al contrario dell'ebola Zaire responsabile dell'epidemia attuale - non ci sono terapie neppure a livello sperimentale. Il ceppo Sudan dell'Ebola è stato responsabile nel 2000 di una delle peggiori epidemie di Ebola fino a quella attuale.