"Sulla droga governo assente". Il piano c'è. Ma resta nel cassetto

Mai presentata in Parlamento la relazione di 700 pagine di LORENZO SANI "RAGAZZINI DIVORATI DALLE PASTICCHE" - di Valerio Baroncini LO SBALLO LOW COST DELLA VERSILIA LA TRINCEA DEI VOLONTARI: "I RAGAZZI CI SNIFFANO IN FACCIA" - di Monica Raschi

Pasticche di Ecstasy

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Roma, 30 luglio 2015 - PATRIZIA De Rose, capo del Dipartimento per le politiche antidroga, avrebbe nel cassetto una relazione di 700 pagine pronta per il Parlamento. Il condizionale è una ciambella di salvataggio nell’anomalia di una struttura che non comunica con la periferia del sistema, perché politicamente è ancora clamorosamente acefala. Lo scorso anno fu il ministro Boschi a firmare la relazione annuale, ora non si sa. La delega l’ha tenuta Matteo Renzi. Il Pd si è svegliato di recente e ha riunito al Nazzareno una quarantina di soggetti attivi nel campo delle dipendenze, invitando a sorpresa anche due rappresentanti di San Patrignano. A inizio 2016 ci sarà la Conferenza nazionale che manca da 6 anni. "Sulla questione droghe il governo risulta afasico", sostiene Leopoldo Grosso, portavoce del Cartello di Genova e presidente onorario del Gruppo Abele. "Dopo un primissimo vagito nei giorni iniziali del suo insediamento, non ha più battuto un colpo, nonostante il semestre italiano di presidenza dell’Unione europea, occasione mancata per presentare la discontinuità dalla gestione Giovanardi-Serpelloni".   DA TEMPO Grosso punta il dito contro lo stallo del Dpa. "l Dipartimento ogni anno finanzia progetti a sostegno di obiettivi ritenuti prioritari o sperimentali, in collaborazione con i servizi pubblici e il privato-sociale accreditato: tutto è fermo e sono state bloccate anche le progettazioni che fruivano di una biennalità già predeterminata. L’indispensabile collaborazione con le Regioni, molto tormentata nella precedente gestione, non è stata ancora riavviata" Cosa aspetta la politica a fare la propria parte? "l consigliere Patrizia De Rose è un tecnico, ha ereditato una situazione complessa e complicata" sostiene il radicale Marco Perduca. "Non avendo un referente politico rischia di pagare dazio. Usciamo da 50 anni di politiche fallimentari sulle droghe, diventa fondamentale riscattare il ruolo dell’Italia all’estero, isolata in un proibizionismo che non appartiene più neppure agli Stati Uniti" Appuntamento al prossimo aprile (19-20-21), quando "avrà luogo la sessione straordinaria delle Nazioni Unite, per rivedere e discutere le linee della politica sulla droga, tenendo conto che tutto nel mondo mondo è cambiato e gli stessi Paesi del Sudamerica vogliono la dichiarazione di fallimento della guerra alla droga così come finora è stata condotta. Come vi arriverà l’Italia, con quali linee?" si chiede Franco Corleone, garante dei detenuti che, per inciso, con la cancellazione della Fini-Giovanardi sono diminuiti di 5.500 unità. "l passato del Dpa è stato vissuto sotto l’ombrello di una legge molto ideologica, con una forte caratterizzazione punitiva e di stigma verso i consumatori. Riallacciare i fili con le Regioni, il privato sociale e aprirsi al confronto è una priorità, ma la politica deve dare segni di vita. La consulta degli esperti, prevista dalla legge, è stata convocata in tanti anni soltanto una volta: per esaminare il caso del cantante Morgan. È normale?".

di LORENZO SANI