Genova, 14 settembre 2014 - Orribile delitto a Davagna, vicino Genova. Il corpo di una casalinga di 46 anni, Barbara Carbone, è stato trovato massacrato da tre colpi d'ascia e semicarbonizzato in una villetta. Per l'omicidio è stato fermato il proprietario della villetta, Remo Carbone, ex muratore di 53 anni con problemi psichici e di alcol seguito dal servizio di igiene mentale dell'Asl. L'uomo, vicino di casa della vittima da cui era regolarmente assistito, nega però di essere stato lui. Agli investigatori tuttavia le sue dichiarazioni sono apparse confuse e contraddittorie: ha infatti ammesso di aver "visto del sangue" in casa e di "aver pulito".
Secondo una prima ricostruzione, l'assassino ha massacrato Barbara Carbone con tre colpi d'ascia al volto, alla testa e alla nuca, poi ha trascinato il corpo ormai esanime fino al piano superiore di casa sua, l'ha issata su un materasso e ha dato fuoco anche ai mobili. I carabinieri hanno trovato l'ascia insanguinata abbandonata nell'aia. Risposte più chiare si potranno avere solo una volta effettuata l'autopsia.
I militari hanno sentito anche il marito della donna che ha confermato che ieri sera la moglie, dopo aver mangiato una pizza insieme a lui, è andata a casa di Carbone per portargli delle medicine. La donna non è più rientrata e, stamattina, il marito ha chiamato i vicini di casa che si sono recati nella villetta dell'ex muratore da dove hanno visto uscire del fumo e per questo hanno chiamato aiuto. Carbone, ritrovato in un bar a Bargagli mentre stava bevendo, è stato interrogato fino a sera quando il magistrato ne ha disposto il trasferimento in carcere con l'accusa dell'omicidio aggravato della donna. Gli investigatori stanno confrontando la versione fornita dall' uomo arrestato con quella del marito.