Il delitto sul Pont-Neuf

Racconto Espresso di Gianluigi Schiavon

Racconto Espresso di Gianluigi Schiavon

Va bene, signor commissario, le dirò tutta la verità. Risponderò alle sue domande, anche se le confesso un certo imbarazzo. Dove ero la notte del 24 luglio alle 3 in punto? Sul Pont-Neuf, non posso negarlo. Che ci facevo? Aspettavo un amico, mi si può credere oppure no. Un'ora insolita per un appuntamento a Parigi? Dipende dall'appuntamento. No, non si arrabbi: vuole sapere se sono a conoscenza dell'omicidio di quel tizio la notte del 24 proprio sul Pont-Neuf? Certo che sì, commissario. Come lo so? L'ho letto anche sul giornale. Quale? Libération, se non è un delitto. No, nessuna ironia, il giornale si chiama così, non è colpa mia. Se intendo liberarmi dal peso dei miei segreti? Si potrebbe fare. Comunque, sul giornale non c'era scritto tutto. Perché quel tizio è stato spinto oltre il parapetto del Pont-Neuf? C'è sempre una spiegazione. Qual è la mia? Lei mi sta proprio mettendo sotto torchio, commissario. E perché quel ponte si chiama Neuf, se in realtà è il più vecchio di Parigi? E questo che c'entra? Mi scusi, ha ragione: quello che fa le domande, qui, è lei. E allora torniamo al punto.

Va bene, signor commissario, le dirò tutta la verità, proprio tutta. Mi ha incastrato. Vuole sapere se ho visto qualcun altro sul Pont-Neuf, quella notte? Certo che sì, commissario, c'era lì un tale che le assomigliava come una goccia d'acqua della Senna. Uno che ha buttato quel tizio nel fiume. No, non c'è alcun dubbio: è lei l'assassino del Pont-Neuf, signor commissario.