Firenze, 27 giugno 2014 - Battiti cardiaci accelerati, pressione sanguigna più alta del normale, stato di maggior “benessere” rispetto a quello precedente all’esperienza. Visione in 3D... Tutto questo senza muoversi dal proprio posto, partecipare alla proiezione di un film o crogiolarsi in un rovente scambio di effusioni.

Solo la forza della bellezza, potente da far svenire. Per ottenere un simile tornado di emozioni, è stato infatti sufficiente il contatto con l’arte. Quella con la A maiuscola, però, come la “Cavalcata dei Magi” di Benozzo Gozzoli, tesoro di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, teatro di una singolare ricerca psico-fisiologica ideata dalla scenografa Perla Gianni Falvo in collaborazione con un’équipe di medici, psicologi e neurofisiopatologi.
Obiettivo, indagare su quella specie di estasi provocata in un’immersione nella bellezza, appunto.
Dopo mesi di studi e approfondimenti su una quarantina di “cavie” selezionate per lo più tramite internet e analizzate in tre diverse step temporali, ieri a Firenze sono stati illustrati i primi risultati, ottenuti anche in relazione ai sintomi della sindrome di Stendhal, durante la conferenza “Cavalcata nel tempo fino allo splendore dell’Epifania interiore”.

 


UN ESPERIMENTO multisensoriale, che ha permesso di esaminare le emozioni e le reazioni cognitive dei visitatori-volontari al cospetto del magnifico affresco realizzata dal 1459 da Benozzo Gozzoli per la prima Cappella privata concessa dal Papa.
«Ecco che l’opera si è trasformata in una macchina del tempo grazie a una “percezione guidata” della Cappella, per esplorare l’unicità della relazione tra i diversi soggetti che hanno percepito l’opera d’arte, diventando parte integrante del suo significato», spiega Perla Gianni Falvo (nella foto) di Studi Uniti, che ha operato in collaborazione con Andrea Bonacchi, psicologo clinico del Centro Studi e Ricerca Synthesis e i tecnici di Bionen-BluNet. «Cosa può la vista dell’opera d’arte sul corpo e sulla mente di un essere umano? Moltissimo», sorride la scenografa. «Fra le alterazioni registrate nei volontari, monitoriati anche tramite elettroencefalogramma, sono emersi cambiamenti nel battito cardiaco, nelle frequenze respiratorie, nella pressione arteriosa, ma anche una minore tensione dei muscoli facciali e un evidente incremento di brillantezza negli occhi — riprende l’ideatrice del progetto — . Una diffusa rilassatezza insomma, se pur associata alla stanchezza della lunga visita, che ha visto inoltre una maggiore attività cerebrale nei soggetti stimolati da effetti sonori».
«Grazie a dispositivi che rilevano in tempo reale mappatura cerebrale e altri parametri fisiologici e del funzionamento corporeo, espressione di correlati psico-emotivi, la ricerca ha dimostrato come la frequenza cardiaca di alcuni visitatori durante il percorso di immagini, simboli e suoni per intuire la reazione del sistema integrato psiche-soma e in particolare l’andamento delle emozioni, siano cambiate durante il percorso», interviene Andrea Bonacchi, medico e psicologo clinico.

 


LA CONFERMA arriva da Elisabetta Scheggi, 60 anni magnificamente portati esperta di comunicazione fiorentina e una grande passione per l’arte, volontaria-protagonista dello studio, che si pone al sevizio del godimentoe dei beni culturali e delle modalità di allestimento di mostre e musei. «
È stata un’esperienza bellissima - confida la“cavia” - . Partecipando al workshop ci è stata concessa l’opportunità di unirci al magnifico Corteo dei Magi, mettendo in atto modalità percettive delle quali non eravamo assolutamente consapevoli, amplificate negli aspetti visivi e uditivi, fino a raggiungere una vera e propria epifania interiore». Con tutti i fenomeni che si manifestano in una possibile percezione consapevole: «Segnali di comunicazione non verbale con reazioni involontarie che il corpo regala quando è sottoposto a stimolazioni», conclude Perla Gianni Falvo. E lo svenimento, è dietro l’angolo.