Firenze, 2 febbraio 2014 - Inaugurazione e polemiche per la mostra di Fatima Messana, artista ventottenne, nota per realizzare sculture choc "sulla pelle dei bambini", come sibila qualcuno. Da oggi a Montevarchi (Arezzo) sono esposte al Cassero le sue opere per la prima di tre personali di giovani scultori del progetto "Sculpure relay-al Cassero", la prima di 3 personali di giovani scultori progetto nato nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2013, realizzato dal Comune di Montevarchi e finanziato insieme con la Regione Toscana. Tra i lavori proposti, anche 'Innocence', la scultura che raffigura una bambina crocifissa, appunto.
Le opere di Fatima Messana - nata nel 1986 in Russia, ma siciliana d'adozione e formatasi poi come scultrice all'Accademia di Belle Arti di Firenze - sono in gran parte dedicate alla condizione dell'infanzia e del mondo femminile: l'eclettica artista, che ha iniziato l'attività espositiva nel 2003, propone al Cassero la sua una bimba crocifissa in vetroresina, con tanto di capelli veri, già a sua volta ribattezzata scultura-choc. Vincitrice del premio X PNA di Bari nel 2013, la Messana, racconta nelle sue opere "soprattutto la violenza sui bambini e la complice impotenza di chi dovrebbe impegnarsi per far cessare questa vergogna". Nella discussa "Innocence" (2008) la violenza è inflitta all’esile corpo di una bambina, stremato dal dolore e impotente e crocifisso. Il realismo dell’opera, realizzata in vetroresina e dipinta ad olio, è reso ulteriormente violento dalla presenza dei lunghi capelli veri.
Un linguaggio senza filtri, il suo, per esprimere la mostruosità di cui è capace l'uomo. I suoi lavori sono riletti, per l'occasione, da un giovane fotografo, Andrea Pierozzi, e dai video maker Andrea Foschi, Tomaso Orbi e Fulvia Orifici. La mostra è visitabile il giovedì e il venerdì in orario 10-13 e 15-18, sabato e domenica 10-13 e 15-19 e il primo giovedì del mese dalle 21.30 alle 23.30. Ingresso 3 euro
Ma Fatima Non è la prima. Risalgono a ben dieci anni fa i bambini-fantoccio impiccati a un albero dell'artista veneto Maurizio Cattelan: tre bambolottoni impiccati all' albero più antico di Milano, una quercia secolare in piazza XXIV Maggio fra i quartieri Ticinese e Genova. I piccoli corpi rimasero appesi con gli occhi aperti come a guardare dall'alto in basso i passanti, i volti fra il sorpreso e lo spaventato, fra lo sgomento generale.
L' opera-choc dell'artista italiano vivente più quotato sul mercato mondiale - le cui opere (con titoli che sono dei veri e propri slogan pubblicitari), alimentano accesi dibattiti per il loro modo di rapportarsi con temi e soggetti di attualità - rimase top-secret fino all'ultimo.
Qualche esempio? Papa Giovanni Paolo II abbattuto da un meteorite, i fantocci di bambini impiccati a Milano, il cadavere di John Fitzgerald Kennedy composto nella bara nella collezione permanente del Museo d’arte contemporanea del Castello di Rivoli, Hitler in ginocchio a Venezia, e poi poliziotti ribaltati a testa in giù, animali impagliati che pendono dal soffitto, icone del potere derise pubblicamente, fachiri interrati, bimbi meccanici che disturbano i visitatori.
Sospesa tra realtà e pura immaginazione, l’opera di Maurizio Cattelan sembra svilupparsi per sovvertire le regole della cultura e della società in un continuo gioco di sconfinamenti, gesti di insubordinazione e furti simbolici. Con un certo piacere all’inversione dei ruoli.
Dopo aver esposto nei musei mito del globo, il Museum of Modern Art di New York e il Museum of Contemporary Art di Los Angeles hanno dedicato a Cattelan una mostra personale. E’ l’artista che ha collezionato il maggior numero di partecipazioni alla Biennale di Venezia e, nel 2004, la rivista inglese Art Review lo ha collocato al quarto posto tra i 100 nomi più potenti del mondo dell’arte.
Tanta roba... «Certo tutti questi riconoscimenti (ho ricevuto anche una laurea in sociologia a Trento sebbene non abbia nemmeno finito l’istituto tecnico per diventare perito), fanno un certo effetto - le parole dell'inafferrabile Maurizio Cattelan, anni fa passato anche dalla cronaca rosa per un lungo fidanzamento con la conduttrice Victoria Cabello - . Ma, quando si parla di successo, dico che quando pensi di averlo ottenuto, sei già sulla china discendente». Parola di Cattelan
Letizia Cini
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