Astrazeneca solo a chi ha più di 60 anni: il parere "rafforzativo" del Cts

Vaccino covid: al lavoro Comitato tecnico scientifico e Ministero della Salute

Firenze, 11 giugno 2021 - AstraZeneca nuovamente nel mirino. E non poteva essere diversamente, dopo la terribile notizia della morte di Camilla, la diciottenne di Sestri Levanti colpita da una trombosi al seno cavernoso. La giovane aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca il 25 maggio scorso, in uno dei vari open day nazionali aperti agli over 18.

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Il Cts: "Astrazeneca solo agli over 60"

Il miglioramento della situazione epidemiologica e la maggiore disponibilità dei vaccini a Mrna, tenuto conto del principio di massima cautela, consentono di «rafforzare la raccomandazione» di utilizzare il vaccino di Astrazeneca per i soggetti con più di 60 anni. Sarebbe questo, secondo quanto si apprende, l'orientamento del Comitato tecnico scientifico che dovrebbe essere contenuto nel parere che arriverà nelle prossime ore. Gli esperti ribadiranno inoltre che nei soggetti di età inferiore ai 60 anni è raccomandata la somministrazione dei vaccini a Mrna.

Under 60, seconda dose con Pfizer o Moderna

Chi ha meno di 60 anni e ha avuto la prima dose di Astrazeneca farà il richiamo con il vaccino a Mrna. È l'orientamento del Comitato tecnico scientifico, secondo quanto si apprende, che sarà formalizzato nelle prossime ore, anche se al momento gli esperti stanno ancora discutendo sulla soglia di età sotto la quale il richiamo sarà con Pfizer e Moderna e che potrebbe essere tra i 40 e i 60 anni. Per la seconda dose, sottolineano infatti i tecnici, è raccomandato continuare a usare Astrazeneca per chi ha più di 60 anni. Sotto questa soglia, per un principio di massima cautela, è invece raccomandabile l'utilizzo di un vaccino a Mrna.

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Sette regioni bloccano AstraZeneca e J&J

Sono sette le regioni in Italia che hanno già sospeso la somministrazione di vaccini a vettore virale - Astrazeneca e Janssen - per gli under 60. A Veneto, Lombardia, Sicilia, Campania e Puglia - che avevano preso questa decisione nei giorni scorsi - oggi si sono aggiunte anche Umbria e Valle d'Aosta. L'Emilia Romagna e il Piemonte hanno ribadito di attenersi alle indicazioni di Aifa, secondo cui Astrazeneca e Johnson&Johnson sono autorizzati dai 18 anni in su ma preferibilmente somministrati alla popolazione over 60. Altre regioni, inoltre, hanno affermato di essere in attesa delle decisioni del Cts e del ministero in merito a modalità di utilizzo e somministrazioni. 

Emilia Romagna, open day senza AstraZeneca

In Emilia-Romagna gli Open Day già programmati, con tanto di prenotazione online vengono confermati, ma si faranno solo con la somministrazione di Pfizer e Moderna. Lo ha deciso la Regione «in via prudenziale, in attesa delle nuove indicazioni del Cts, che si chiede siano chiare e definitive, sull'impiego dei vaccini a vettore virale». AstraZeneca e Johnson & Johnson continueranno a essere impiegati solo per gli over 60 che non sono ancora stati vaccinati.

L’ennesimo cambio di rotta disorienta tutti quanti. E ora che finalmente si vede la luce in fondo al tunnel, non possiamo assolutamente arretrare sul fronte dei vaccini. Da parte sua, il rapporto di farmacovigilanza dell’Aifa rassicura e spiega che «il tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria è in linea con quanto osservato a livello europeo (un caso ogni 100.000 prime dosi somministrate, nessun caso dopo seconda dose), prevalentemente in persone con meno di 60 anni». Ma ormai è bagarre. 

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Astrazeneca sospeso in Umbria

Riguardo ad una possibile limitazione del vaccino AstraZeneca agli over 50, il ministro Speranza dice: "Preferisco non dichiarare, oggi ci sarà una riunione del Comitato tecnico scientifico e della cabina di regia affinchè io possa firmare la consueta ordinanza del venerdì”. Intanto, sospese «precuzionalmente» per «la giornata odierna» in Umbria le somministrazioni di seconde dosi di vaccino AstraZeneca a tutti i soggetti di età inferiore a 60 anni. La decisione è stata annunciata dal commissario per l'emergenza Covid in Umbria, Massimo D'Angelo, in attesa del pronunciamento del Comitato tecnico scientifico (Cts) anche sul possibile cambio di farmaco per i richiami. La Regione ha spiegato che «a seguito della decisione formale del Cts verranno rese note le indicazioni su come concludere il ciclo vaccinale dei cittadini sotto i 60 anni già vaccinati con prima dose AstraZeneca».

Astrazeneca (Ansa)
Astrazeneca (Ansa)

Costa: "Applicheremo ciò che indica il Cts"

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa interviene sul caso. Lo ha fatto intervenendo su Radio 24, nel programma 24 Mattino: "Siamo in attesa che il Cts oggi si esprima, è chiaro che siamo di fronte più ad una scelta di natura scientifica che di natura politica. Non credo che spetti alla politica se un vaccino si possa o non si possa somministrare rispetto ad un limite di età. Attendiamo questo parere, dopodiché faremo tutte le riflessioni. Dobbiamo ridire con forza che parliamo di un vaccino che ha superato le fasi di approvazione da parte degli enti regolatori, un vaccino che è somministrabile dai 18 anni in su, e per il quale mesi fa Aifa aveva espresso questa raccomandazione. Dobbiamo attendere il parere del Cts e di Aifa e noi lo applicheremo". "Il nostro piano vaccinale si basa sull’approvvigionamento di tanti vaccini e l`80% dell’approvvigionamento si basa su quelli a rmna, quindi qualora ci dovessero essere anche delle variazioni sulle indicazioni dell`uso di AstraZeneca, il piano vaccinale non subirà delle influenze negative. Siamo nelle condizioni di poter proseguire e di raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati", ha aggiunto. 

Cos'è la trombosi provocata dai vaccini

A Fanpage.it, Rossella Marcucci, professore di Medicina Interna all'Università di Firenze e direttrice della struttura ospedaliera dipartimentale 'Malattie Aterotrombotiche’ presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, spiega cos'è la VITT, la trombosi provocata da vaccini, e come è possibile intervenire per curarla: «È una manifestazione trombotica legata a una complicanza immunitaria: si formano degli anticorpi anti PF4, che è un componente delle piastrine; questi anticorpi sono in grado di attivare le piastrine e la coagulazione, che poi dà il quadro trombotico. Si verifica prevalentemente nelle donne giovani, una fascia d'età in cui si muore difficilmente per il Covid, per cui si perde il vantaggio della vaccinazione con questi farmaci, AstraZeneca e Johnson & Johnson, e i rischi sono maggiori dei benefici», «l'indicazione, come appunto ha detto l'Aifa, è quella di preferire i vaccini a mRNA, Pfizer e Moderna, per le persone più giovani», «visto anche l'andamento della situazione epidemiologica, in netto miglioramento, non si può accettare che i rischi della vaccinazione siano maggiori rispetto alle conseguenze della malattia».

"Sconsigliato sottoporsi a esami preventivi"

«Io ho molti pazienti che mi consultano prima del vaccino, ma è anzi sconsigliato sottoporsi a esami, perché non c'è nessun approfondimento clinico che ci consenta di individuare le persone più a rischio - aggiung la dottoressa -. Di test che vanno a ricercare i marcatori di trombofilia, per individuare chi ha una predisposizione per la trombosi, ce ne sono tanti. Ma queste alterazioni non sono rare, possono essere presenti anche nel 3-5% della popolazione. Se fossero queste la causa della VITT avremmo avuto molti più casi di reazioni avverse gravi. E invece questi eventi legati al vaccino sono rarissimi, e in nessuno dei casi che abbiamo trovato c'è stata una correlazione con la trombofilia. Chi sa di essere portatore di trombofilia non ha insomma un rischio maggiore rispetto al resto della popolazione». 

Le parole di Montanari

Il farmacologo Stefano Montanari, noto per le sue posizioni no vax, dice: “Premetto che del caso di Genova non so nulla, ma posso dire che è la prassi ormai che quando una persona viene vaccinata e poi muore è sempre colpa di qualcos'altro". “Come è possibile che sia stata presa l'iniziativa di dare questo vaccino in questa fascia d'età, al di là delle raccomandazioni esistenti? Il Cts era stato informato? Doveva essere consultato prima, non dopo". A dirlo all'Adnkronos Salute è il virologo Andrea Crisanti. "Io sono stupito dal fatto che l'iniziativa di organizzare Astraday per i 18enni sia stata presa senza il consiglio di una competenza scientifica. Consideriamo che tra 10 e 19 anni d'età ci sono stati sei morti Covid di sesso femminile in Italia. Ora abbiamo un decesso dopo vaccinazione con vaccino a vettore adenovirale. Il gioco non vale la candela", riflette il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'Università di Padova. 

"Usare AstraZeneca? Non è invenzione delle Regioni"

"La possibilità di utilizzare AstraZeneca per tutti su base volontaria non è un'invenzione delle Regioni o di qualche dottor Stranamore: è un suggerimento che arriva dai massimi organi tecnico-scientifici per aumentare il volume di vaccinazioni, e quindi evitare più morti. Perché più corrono veloci i vaccini, più cittadini ricevono in fretta la prima dose, meno persone muoiono". Così ribatte dalla sua pagina Facebook il governatore della Liguria, Giovanni Toti. “Spero davvero che nessuno voglia usare questo momento terribilmente drammatico per sciacallare su emozioni, dolore e paura - aggiunge - E' il momento della responsabilità: ai medici e agli scienziati spetta stabilire l'eventuale nesso tra il vaccino, altri farmaci assunti e tutte le circostanze che hanno portato a questo terribile evento". 

Fattori: "Bisogna fare in fretta"

Interviene anche Elena Fattori, biologa e senatrice di Sinistra italiana, ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'è desta’: ''Mi sono attivata già da una decina di giorni su questo tema, perché c'erano stati appelli di molte associazioni in seguito ai dati provenienti dall'Inghilterra che mostravano un aumento dei casi di effetti avversi soprattutto per le giovani donne. Speranza ha risposto promettendo che il Cts avrebbe approfondito, però bisogna fare in fretta. L'Aifa raccomanda Astrazeneca solo agli over 60 e questa raccomandazione deve essere rispettata". 

Pregliasco: "Giovani, state tranquilli"

"Ritengo importantissima e necessaria una vaccinazione complessiva" contro Covid-19, "anche per i giovani. Per loro a questo punto, anche per garantire e rasserenare i genitori e soprattutto i ragazzi" stessi, "che hanno dimostrato una grande voglia di vaccinarsi, sarà importante" usare "in modo preferenziale i vaccini che hanno un maggior profilo di sicurezza" nelle fasce d'età giovanili, "quindi i vaccini a mRna". Così Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale di Milano, intervenendo ad 'Agorà' su Rai3.

Burioni: "Vaccini sicuri"

Il virologo Roberto Burioni interviene così su Twitter "riguardo all'incredibile silenzio di AstraZeneca sulla sicurezza del suo vaccino" Covid-19, osservando che "talvolta le priorità di una immensa multinazionale non coincidono con quelle della sanità pubblica. E' compito della politica ripristinare questa necessaria coincidenza con adeguati provvedimenti", esorta il docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Lo scienziato ribadisce la necessità di aderire alla vaccinazione anti-Covid con fiducia. Commentando in un altro tweet un post del presidente americano Joe Biden - "I vaccini Covid-19 sono gratuiti. Fatevi vaccinare, gente" - Burioni twitta "anche da noi. Salvano la vita, sono sicuri e gratuiti. Vaccinatevi anche se alcuni inetti vi stanno spaventando"

Il tetto a 60 anni

L’ipotesi attorno alla quale si lavora è stabilire in modo perentorio il tetto dei 60 anni. Ma si potrebbe scendere anche a 50. Chi è più giovane dovrebbe essere indirizzato verso una profilassi diversa, con Moderna o Pfizer-Biontech, basati su una tecnologia innovativa che finora non ha procurato gli effetti collaterali gravi osservati in tutti i Paesi europei sia pur con un’incidenza prossima allo zero.