La sicurezza e la pazienza

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 24 agosto 2016 - Caro direttore, in questi giorni sono stata a Roma e ho visitato la basilica di San Pietro. Qualche giorno fa ero stata in altre importanti basiliche italiane. Mi ha colpito il fatto di dover essere passata sotto un metal detector, come all’aeroporto. Davvero la paura del terrorismo ci ha ridotto così?

Mariella Danti

Cara signora Danti, i metal detector a San Pietro ci sono da anni, credo da dopo gli attentati alle torri gemelle. Non sono insomma frutto di questa nuova paura del terrorismo islamico nata da poco tempo. In ogni caso credo che a certe misure di sicurezza dobbiamo poco a poco fare l’abitudine, senza lasciare che pregiudichino la nostra esistenza. Le dobbiamo accettare con pazienza, come facciamo (purtroppo) con le code alla posta o in autostrada. Le misure di sicurezza servono, penso più che altro a evitare il gesto stupido di un terrorista fai-da-te o di un pazzo esagitato. I terrosisti «seri», quelli addestrati dall’Isis, di certo non si fermano con un metal detector.