Scandalo rifiuti, la conferma: nel pulper e nei fanghi idrocarburi oltre i limiti di legge

E' quanto emerge dalle analisi effettuate da Arpat e da due laboratori delle province di Lucca e di Venezia

Guardia di finanza

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Lucca, 24 ottobre 2016 - Quello che sembrava un sospetto è ora certezza: nel pulper e nei fanghi riversati nei terreni, diventati oggetto d'inchiesta, c'erano idrocarburi ben oltre i limiti previsti dalla legge. Questi, secondo quanto si apprende, i primi risultati delle analisi chieste all'Arpat e a due laboratori delle province di Lucca e Venezia, dalla procura di Firenze nell'ambito dell'inchiesta che il 13 settembre scorso portò all'esecuzione di sei misure di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di altrettanti imprenditori accusati di aver smaltito in modo illegale, fin dal 2013, oltre 80.000 tonnellate di rifiuti.

Oltre ai sei imprenditori arrestati, cinque toscani e un veneto, altre otto persone vennero raggiunte da altre misure interdittive e, complessivamente, 31 persone furono indagate. Secondo quanto appreso, senza essere trattati i rifiuti delle cartiere non potevano essere smaltiti né dispersi nell'ambiente dopo essere stati inceneriti, così come i fanghi non potevano essere sparsi nei terreni agricoli: le prime analisi avrebbero confermato che non rispettavano neppure i parametri Doc (sulla concentrazione del carbonio organico disciolto) previsti dalla legge. Le analisi dovrebbero essere completate nelle prossime settimane. Tra le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, dal pm della Dda di Firenze Giulio Monferini, ci sono quelle di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di un ente pubblico e falsità ideologica.