Se il pericolo si annida pure nei cassonetti

Il commento

Tommaso Strambi

Tommaso Strambi

Pisa, 25 ottobre 2016 - C’è mancato poco che finisse all’ospedale più per lo spavento che per il fatto di essere stata rapinata da un bandito che le puntava un coltello alla gola. Sì, perché quell’uomo le è sbucato davanti (è proprio il termine più appropriato) da dentro un cassonetto. Un ‘colpo’ a sorpresa, non c’è che dire. Anche se alla fine, alle quattro del mattino, è fruttato solo dieci euro. Segno, da una parte, dell’ingegno di chi vive di scippi e rapine, e dall’altra dell’insicurezza che ormai scandisce le giornate nelle nostre città. Più o meno nello stesso momento, a poche decine di metri, dalla piazzetta in cui si è consumata questa rapina, infatti, un altro studente di origini straniere, invece, è stato colpito a calci e pugni dopo essere uscito da un locale. Il tutto, appunto, nel centro di Pisa, mica nel mitico Bronx a New York.

Sicuramente fa effetto perché, a queste latitudini, l’asticella della sicurezza è sempre stata alta, per cui i cittadini si allarmano subito. Ma è anche vero che, se si deve ricorrere alle ordinanze della ‘birra calda’ (dopo una certa ora è fatto divieto di vendere bevande ghiacciate), allora qualcosa comincia a non tornare. E non è solo questione di ‘mala movida’. C’è un tema sicurezza che fatica a entrare nell’agenda della politica. O meglio, se c’entra è solo per slogan e tweet. Mentre c’è bisogno di aumentare le presenze delle forze dell’ordine, di allocarle meglio e di rendere effettive le pene inflitte. Tre passaggi da affrontare con provvedimenti legislativi neanche troppo complessi. A cominciare da quello di arrivare a siglare accordi bilaterali per far scontare le pene nei Paesi di origine, ottenendo così un duplice risultato: alleggerire le presenze nelle carceri sovraffollate e dall’altro recuperare risorse da destinare, appunto, alle forze dell’ordine per aumentare le presenze di agenti e militari nelle nostre strade.