Mps, sì alla lista dei debitori

Si attende un provvedimento governativo per renderla pubblica

Rocca Salimbeni

Rocca Salimbeni

Siena, 9 gennaio 2017 - Disponibile, in linea di principio, a fornire la lista dei principali debitori insolventi. Questa la posizione che trapela dal Monte dei Paschi di Siena  riguardo alla pubblicazione dei nomi dei cattivi pagatori. La banca fa comunque presente come «al momento una serie di vincoli normativi non ne permettono la diffusione. Nel caso in cui venissero superati tali vincoli, che riguardano l’intero sistema bancario, l’istituto senese «non avrebbe alcuna difficoltà a rendere nota la lista».

Per superare i limiti oggi imposti dal segreto bancario, serve un provvedimento ad hoc, una legge o, più probabilmente, un decreto legge; forse adirittura lo stesso provvedimento che conterrà nel dettaglio il piano di salvataggio pubblico della banca senese.

Il problema dei crediti deteriorati è uno dei principali «mali» della banca senese e dell’intero sistema bancario italiano. Nel caso di Siena questi superano i venti miliardi di euro ed è anche a causa di essi che Mps ha tentato, invano, un aumento di capitale «privato». 

Fallito questo piano, il governo ha dato via libera all’intervento pubblico per evitare il bail-in e subito all’indomani dell’annuncio del piano di salvataggio sono arrivate pressanti richieste per conoscere i nomi dei cattivi pagatori, fra cui ci sarebbero alcuni dei più importanti gruppi industriali italiani. Un terzo dei debiti deteriorati, infatti, ha un importo superiore ai 3 miliardi di euro e quindi è stato concesso a grandi aziende. Intanto, domani, martedì, al Senato prende il via l’iter per la conversione del decreto «salva-risparmio» e che appunto consente il salvataggio di Mps. La commissione Finanze del Senato deciderà, in ufficio di presidenza, il calendario dei lavori, compreso un ciclo di audizioni. Il primo potrebbe essere già giovedì 12 il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e a inizio della prossima settimana i rappresentanti di Banca d’Italia, Abi e Consob.