Radiologo di Ponte a Niccheri muore in volo

Rodolfo Mandò, 47 anni, si trovava a bordo dell’ultraleggero precipitato sui monti del Pratomagno

Rodolfo Mandò morto nell'ultraleggero precipitato

Rodolfo Mandò morto nell'ultraleggero precipitato

Firenze, 24 ottbre 2016 - SONO MORTI in una giornata che doveva essere di festa e che, per giunta, dal punto di vista climatico, era ideale per volare con l’ultraleggero. Ma il destino era in agguato e il velivolo è caduto sui monti del Pratomagno, non lasciando scampo ai due occupanti, Stefano Romito, 39 anni, nato a Figline ma residente a San Giovanni anche se adesso abitava a Ponsacco, pilota militare con una grande esperienza di volo; e Rodolfo Mandò, 47 anni, pure lui originario di Figline ma ora residente a Reggello, tecnico radiologo a Ponte a Niccheri. I due erano partiti a metà pomeriggio dal campo volo di Valle al Pero, a Cavriglia e dopo aver attraversato il Valdarno avevano raggiunto l’altra dorsale. Per cause al vaglio degli inquirenti, che dovranno ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto, giunto in prossimità di Modine, nel comune di Loro Ciuffenna, l’ultraleggero ha perso quota e si è schiantato in un bosco fittissimo. Poi, ha preso fuoco. Per i due non c’è stato niente da fare e sono morti all’istante.

L’ALLARME è scattato attorno alle 16,40 e si sono alzati in volo gli elicotteri dei Vigili del Fuoco del reparto volo di Arezzo e Bologna. Si sono diretti in Pratomagno anche i pompieri della caserma di Montevarchi che, giunti a Loro Ciuffenna con i propri mezzi, sono poi saliti sull’elicottero del corpo atterrando in una piccola piazzola, tra i boschi di castagne. Poi, a piedi, dopo 40 minuti e non senza difficoltà, hanno raggiunto il luogo dell’incidente. Per i due, purtroppo, non c’era più niente da fare. Con due estintori hanno spento le fiamme e, dal numero della carlinga, sono risaliti non solo al tipo di ultraleggero, ma anche da dove era partito. In zona anche i Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato e il Gaib di Castelfranco. Anche i cacciatori della zona si sono messi a disposizione per orientarsi nel bosco fittissimo e per consentire alle forze dell’ordine di raggiungere la zona della tragedia. Un’area molto impervia difficile da raggiungere. Stefano Romito, sposato senza figli, era un pilota militare molto esperto, con migliaia di ore di volo. Era residente a San Giovanni, ma lavorava alla base militare di Pisa, in servizio al quarantaseiesimo Stormo, pilota impegnato ai copmandi dei C 130. Un lavoro impegnativo, che però non gli aveva fatto perdere di vista la sua grande passione per gli ultraleggeri. Non a caso molto spesso si recava al campo volo di Valle al Pero per volare sui cieli del Valdarno. Rodolfo Mandò, invece, abitava a Reggello, era un appassionato di ultraleggeri che costruiva lui stesso all’aviosuperficie di Cavriglia. ieri pomeriggio aveva deciso di sorvolare il Pratomagno insieme Romito. Un volo maledetto, che è costato la vita a due vite e ha gettato due famiglie nell’angoscia più profonda.