Caos migranti a Capalbio, ci pensi il Tar

Sedici residenti hanno presentato ricorso

Migranti e accoglienza (foto Aprili)

Migranti e accoglienza (foto Aprili)

Capalbio, 18 agosto 2016 - IL TENTATIVO di conciliare accoglienza dei migranti e disponibilità dei capalbiesi è suggellato da un ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Firenze che sa tanto di voler far capire che si fa sul serio, fin da prima che il «bubbone» migranti nella Piccola e vippissima Atene scoppiasse. Sedici cittadini e una azienda hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale il 2 agosto scorso. Hanno impugnato il provvedimento con cui la prefettura, qualche giorno prima, il 27 luglio, ha negato l’accesso agli atti relativi alla formulazione della graduatoria di assegnazione dei quasi 500 posti a disposizione per i rifugiati. Chiedono contestualmente l’annullamento del provvedimento con cui la Commissione per la valutazione delle offerte ha ammesso il Raggruppamento temporaneo d’imprese (Rti) Tre Fontane/Senis Hospes alla gara, nonché l’annullamento della graduatoria stessa, che vede lo stesso Rti al secondo posto su nove aziende che hanno partecipato. Diciotto pagine di ricorso redatto dall’avvocato Nicola Tamburro e sottoscritto da sedici cittadini, tra i quali il proprietario di uno degli appartamenti che fanno parte del lotto due del complesso residenziale «Il Leccio», che è composto da otto appartamenti, di cui sette sono stati messi a disposizione per l’accoglienza dei cinquanta migranti che, nei programmi, dovrebbero arrivare a Capalbio all’inizio di settembre. Appartamenti che hanno accesso comune all’ottava abitazione di proprietà di uno dei ricorrenti.

MOLTE le contestazioni che sono state vergate nelle pagine del ricorso. Dalla natura prettamente abitativa delle strutture messe a disposizione, come previsto dall’articolo 41 del regolamento condominiale. «Per questi motivi le abitazioni – si legge nel ricorso, – non potevano e non possono essere destinate e utilizzate per servizi di accoglienza di varia natura». L’inutilizzabilità dei sette appartamenti che il Raggruppamento Tre Fontane-Senis Hospes viene sottolineata anche in base al regolamento e ai limiti autorizzativi che il Comune di Capalbio ha disposto per la realizzazione della struttura residenziale «Il Leccio». Viene esplicitamente contestato, infine, l’accordo che il Raggruppamento di imprese ammesso dalla Commissione prefettizia a gestire in quelle sette abitazioni l’accoglienza di cinquanta migranti, ha stipulato la società Tors.Si, perché di fatto tale accordo non sarebbe passato all’esame dell’assemblea condominiale. Il ricorso – presentato contro il Ministero dell’Interno, la prefettura di Grosseto, la Rti Tre Fonate/Senis Hospes, la società Tor.si in liquidazione e del Comune di Capalbio – sarà discusso nell’udienza fissata per il 3 novembre prossimo, davanti al Tribunale amministrativo di Firenze. Resta da capire come prima di quella data la prefettura possa andare avanti con il ruolino di marcia fin dai primi di settembre.