Shopping col burqa e il sorvegliante

Due ragazze musulmane fanno un tuffo tra ombretti, fard e mascara

Giovani musulmane velate

Giovani musulmane velate

Non col burqa vero e proprio che copre anche gli occhi e lascia la possibilità di vedere (più o meno) grazie a una maglia quadrata, ma sicuramente con un dress code tra i più castigati che la cultura musulmana richiede di indossare alle donne in pubblico. Così, due amiche avvolte in un niqab, che concede poco alla vista e anche meno all’immaginazione, hanno fatto shopping nei negozi più costosi del centro e poi, cariche di pacchi, sono entrate dove non ti aspetteresti mai di incontrarle e dove, invece, sorvegliate dallo sguardo attento di un accompagnatore, si sono lanciate nella scelta.

Imbacuccate nel velo nero che lascia scoperti solo gli occhi, dopo che si azzardano a togliere almeno gli occhiali da sole, cominciano a ciacciare dappertutto con la gioia di essere donne che traspare dallo sguardo. Non sono in una profumeria qualsiasi, nossignori. Ma nel negozio dei trucchi e dei belletti per eccellenza.

Rossetti per le labbra, matite per gli occhi, fondotinta, fard, pennelli. E poi, ancora, ciprie e ombretti. Li mangerebbero, quei trucchi. Si vede dall’avidità con cui toccano, aprono i campioni e li provano. No, non sul viso, sia mai. C’è il controllore che sorveglia. Ma sulle mani che impiastrano di colori e chisseneimporta. La cultura, per carità. Il rispetto, sicuramente. La libertà, certo. Se nessuno lo impone, libere di vestirsi come vogliono, queste ragazze. Ma qualcosa le tradisce, nel modo vorace con cui vorrebbero comprare tutto. Evidentemente il desiderio di farsi belle e di mostrarsi, almeno in privato, regala una senzazione unica. Che bella libertà.