Negozi e ristoranti a portata di smartphone, l’inventore dell’app ha appena venti anni

Paolo Meazzini, 22enne di Reggello, sviluppa applicazioni, crea siti web, è esperto di marketing online

Paolo Meazzini

Paolo Meazzini

Firenze, 29 agosto 2016 - Non è laureato, né ha fatto master costosi. Paolo Meazzini, 22enne di Reggello, sviluppa applicazioni, crea siti web, è esperto di marketing online. E’ testimone vivente del fatto che per trovare o inventarsi un lavoro non servono solo la formazione e lo studio matto e disperatissimo. "A scuola non ero quello che si dice un secchione. Ho fatto il liceo scientifico, mi sono diplomato, quindi ho smesso di studiare e ho iniziato a lavorare".

Cosa fa esattamente?

"Lo scorso anno ho inventato un’applicazione. Si chiama Bring. Serve ad avvertire gli utenti che passano o si trovano in una strada su quali sono i negozi, i professionisti, i ristoranti, che incontrano i loro gusti e interessi, oltre a segnalare strutture di pubblica utilità, come farmacie, carabinieri, polizia municipale, ospedali e così via".

In pratica come funziona?

"Si scarica l’app sul cellulare e tramite hashtag si indicano i propri interessi, come una marca, oppure un tipo di cucina (#cinese, #giapponese, #vegetariano, giusto per fare qualche esempio) e quando si arriva vicino ad un negozio o un locale che offrono quanto piace, arriva una notifica sul cellulare, con tutti i dettagli dell’attività: orari, prezzi, e così via".

Come le è venuta questa idea?

"Per caso. Fin da piccolo ho la passione della tecnologia. Il progetto iniziale era un altro, ma per ragioni burocratiche e normative non la potevo realizzare. Così ho puntato su questa seconda idea, che ho trasformato in un lavoro".

Qualcuno l’ha aiutata?

"No. Mi sono fatto porta a porta tutte le attività commerciali del Valdarno, per convincerle ad essere inserite nella app con la propria scheda. Poi ho partecipato al contest della Regione Toscana per le startup e sono stato premiato. I soldi che ho ricevuto mi sono serviti per rientrare dalle spese che avevo fin lì sostenuto".

E’ un lavoro che le permette di vivere?

"L’applicazione funziona, le persone la scaricano. E’ disponibile sia per Apple che Android. Al momento le attività inserite sono per l’80% nel Valdarno ma l’obiettivo è espandersi su tutta la Toscana entro la metà del 2017. Non faccio solo questo, comunque. Ho altri progetti realizzati e da realizzare".

Per esempio?

"Ho sviluppato l’app per i soci della Bcc Valdarno Fiorentino, che abbiamo presentato di recente".

Cosa consiglia ai giovani a caccia di lavoro?

"Di non arrendersi mai, anche se non trovano l’occupazione per la quale hanno studiato. Ci sono lavori che tutti vorrebbero fare, ma ci sono sempre meno posti disponibili. Perché allora non trasformare la propria passione in una professione? E’ quello che ho fatto io".

La formazione serve?

"Studiare è importante, ma non è tutto. Io non sono laureato, non ho un master. Credo che più che altro si debba far funzionare il cervello".