Quei binari sempre tristi e solitari. Ferrovie, in vendita le linee dismesse

Sei tratte in Toscana pronte a trasformarsi in sentieri e piste ciclabili

Una stazione ferroviaria

Una stazione ferroviaria

Firenze, 9 gennaio 2017 - I treni non le percorrono ormai da molti anni, ma possono tornare a vivere come piste ciclabili, percorsi verdi o sentieri. Sono le linee ferroviarie dismesse, sei quelle presenti in Toscana: per trovare soggetti interessati ad «adottarle» e valorizzarle, Ferrovie dello Stato e Rfi hanno presentato un Atlante che le mappa, indicando caratteristiche, storia e edifici. «Una ferrovia dismessa – spiega nell’introduzione dello studio Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale delle Ferrovie dello Stato Italiane - se non viene più usata per il trasporto ferroviario, può rivivere per altre modalità d’uso. Basti pensare che questa ‘rete di binari inutilizzati’ a sua volta s’interseca a una rete di sentieri, vie d’acqua, strade secondarie e a basso traffico. Una ferrovia non più attiva per l’esercizio ferroviario può restarlo all’interno di una rete di percorsi verdi, in cui deve essere ripensata per ritrovare la giusta riqualificazione».

Maquali sono queste linee dismesse? Partendo da Nord, ecco la tratta fra Chiesaccia di Villafranca e Santo Stefano di Magra, che attraversa anche i territori di Licciana Nardi e Aulla, in provincia di Massa Carrara. Un percorso di 13 Km, con 6 gallerie e vari edifici, lungo la valle del fiume Magra. Una parte è già stata utilizzata per creare una pista pedo-ciclabile, inserita nel percorso della Francigena.

Dal 1970 è inutilizzata anche la linea fra Carrara San Martino e Carrara Avenza, per decenni strategica per il trasporto del marmo. Alcuni tratti sono stati inglobati nelle aree urbane, diventando strade e parcheggi, ma restano varie zone da valorizzare, alcune ancora con binari.

Chiusa dal 1958 la Lucca – Pontedera Bagni di Casciana di 25 Km: distrutta dai bombardamenti non fu mai ripristinata. In questo caso il Comune di Capannori (Lucca) si sta interessando per trasformarne un tratto di 11 Km in una «greenway», una strada verde al servizio di cittadini e turisti.

Molto particolare la ferrovia fra Volterra e Saline di Volterra, realizzata nel 1912 e chiusa nel 1958 dopo essere stata fondamentale per il commercio dell’alabastro. Era dotata di cremagliera e ancora oggi è caratterizzata da una pendenza del 10%.

Nel 1966 cessò di funzionare anche la linea di 18 Km fra fra Livorno Calambrone e Collesalvetti che però ha recentemente ripreso a essere utilizzata solo per i merci dell’interporto Vespucci di Guasticce. Lungo il suo percorso ci sono comunque fabbricati e case cantoniere che potrebbero essere valorizzati.

Infine fra Poggibonsi e Colle Val D’Elsa, nel senese, c’è una linea di quasi 8 km a binario unico dismessa dal 2009. Alcuni tratti sono stati trasformati in strade, altri sono diventati una pista ciclo-turistica: inaugurata nel 2011 è affidata a una società partecipata del Comune di Colle Val D’Elsa che si occupa anche della custodia. Proprio il modello che le Ferrovie vorrebbero estendere a tutte le tratte inutilizzate: per far passare bici, cavalli e appassionati di trekking dove un tempo sferragliavano le locomotive.