"Dai, andiamo a fare colazione": le ultime ore di Elisabeth, morta nell'incidente

La tragedia di Vicarello. Il ricordo degli amici della ragazza

Elisabeth Pulaski, la giovane morta al rientro dalla discoteca

Elisabeth Pulaski, la giovane morta al rientro dalla discoteca

Livorno, 16 ottobre 2017 - «Elisabeth amava la vita, la musica, il canto e il ballo. Era solare. Come si può morire così..» sono le parole di Linda, amica del cuore di Elisabeth. La incontriamo al Cimitero comunale dei Lupi dove in tanti, amici e familiari, sono accorsi per confortare i genitori della diciannovenne distrutti dal dolore.

«Lei era già rincasata – conferma Linda – quando Thomas l’ha richiamata per andare a fare colazione. Erano stati in discoteca insieme. Stava per andare a dormire Elisabeth, così si è rivestita. Avrà pensato che un cappuccino ed una brioche calda a quell’ora fosse il modo migliore per congerdarsi...invece ora non c’è più...Un destino fatale...».

Mentre percorriamo la strada tra Livorno e Vicarello passiamo da Guasticce. Qui per caso incrociamo due ragazze. Una è Gaia. Ha l’espressione stravolta. Pensiamo: forse conosceva Elisabeth. E infatti è così. Con un filo di voce ci racconta: «Ci conoscevano da dieci anni. Abbiamo frequentato insieme le scuole medie e un paio di anni al Liceo Cecioni a Livorno, che lei aveva lasciato per finire gli studi all’Istituto Professionale Matteotti di Pisa.

Dopo il diploma aveva deciso di andare a lavorare in ristorante a Londra». Le chiediamo di Thomas, che era alla guida della Fiat Punto che si è scontrata con la Ford alla rotatoria di Vicarello. «Un caro amico – lo descrive così – e un bravo ragazzo». Poi si scusa, non dice altro. Ha gli occhi arrossati per il pianto. La salutiamo proseguiamo fino a Vicarello. Il clima che si respira è di dolore e tristezza: un silenzio quasi irreale pervade il paese. Ci avviciniamo al bar che frequenato i ragazzi. Alcuni di loro ci indicano la piazzetta vicino alla sede della Misericordia. In tanti sono lì: tutti amici Elisabeth e Thomas. «Siamo distrutti dal dolore. – ci dice uno di loro – Abbiamo saputo all’alba dell’incidente. È una tragedia...».

M.D.