La bufala: "Chi ha due dosi è come un no vax". L'Istituto Superiore di Sanità smentisce

"Non è assolutamente vero", la replica che arriva dall'Iss, che pubblica una Faq per smascherare anche l'ultima notizia fuorviante

Roma, 11 gennaio 2022 - “Ma lo sai che anche chi ha fatto due dosi è un no-vax?”. Da ieri, i ‘duri e puri’ del no al vaccino hanno trovato un altro ‘appiglio’. Sui social la bufera è servita, tra chi rilancia l'ipotesi che nei calcoli sui ricoveri e sulla mortalità verrebbero considerate non vaccinate le persone con due dosi, chi esprime più di un dubbio e chi ribatte dando forza alle proprie convinzioni no-vax citando quanto affermato dal professor Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani, che in tv ha detto: “Quando facciamo il rapporto sulle ospedalizzazioni, non si deve prendere in riferimento chi ha la seconda dose, ma coloro che hanno avuto la dose booster”.

Chiaramente la polemica viene servita su un piatto d’argento, perchè i non vaccinati hanno buon gioco nel dire che “i dati sono manipolati” e che così facendo “si capisce come mai le terapie intensive siano piene di non vaccinati”.

Per fare chiarezza nel turbinio di fake news ci siamo rivolti direttamente all’Istituto Superiore di Sanità.

“L’Iss - ci viene spiegato in una nota, - considera nei calcoli tutti i casi, dai vaccinati con prima dose a chi ha fatto il booster, separatamente, come si vede dal bollettino settimanale sull'efficacia che si può trovare online”. Ebbene, guardando i numeri del bollettino, si vede che il “rischio relativo (di infezione, ricovero, ecc) è minore per chi ha fatto la dose booster rispetto a un non vaccinato. Per i vaccinati con una dose o con due dosi da più di quattro mesi il rischio si alza, pur rimanendo molto più basso rispetto a chi non ha proprio fatto il vaccino”. Probabilmente, osservano dall’ufficio stampa, “il professor Vaia intendeva questo”, anche se effettivamente il concetto “viene spiegato in modo un po’ farraginoso”.

Non solo. I dati a cui fa riferimento l’Iss si riferiscono a un periodo in cui coesistevano la variante Delta e la Omicron, che secondo i primi studi 'buca' molto di più rispetto a Delta chi è vaccinato con due dosi. In questo senso, “probabilmente nelle prossime settimane il rischio relativo anche di chi ha due dosi si avvicinerà sempre di più a quello dei non vaccinati, mentre dovrebbe, se si confermano i dati degli altri Paesi, rimanere molto basso per chi ha il booster”. Insomma, ancora una volta viene rimarcata l’importanza di effettuare la terza dose. Ma andiamo nello specifico a vedere la tabella 6 dell’ultimo bollettino consultabile nella sezione apposita

In quella tabella viene riportata l’incidenza dei casi di COVID-19 notificati per 100.000 e i tassi di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva e di mortalità per 100.000; così come il rischio relativo per stato vaccinale e classe d’età negli ultimi 30 giorni. L’incidenza, il tasso di ospedalizzazione e di ricoveri in terapia intensiva sono appunto calcolate per i non vaccinati, i vaccinati con ciclo completo da oltre 120 giorni, entro 120 giorni e con dose aggiuntiva/booster.

È necessario ricordare, si legge, “che la somministrazione della dose aggiuntiva/booster è iniziata recentemente e nella prima fase ha coinvolto principalmente solo le categorie maggiormente a rischio”. “Calcolando il tasso di ospedalizzazione (nella fascia 80+) nel periodo 19/11/2021 – 19/12/2021 per i non vaccinati (712,7 ricoveri per 100.000) si evidenzia come questo sia circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (80,7 ricoveri per 100.000) e circa quarantadue volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (17,0 ricoveri per 100.000) - evidenzia lo studio -. Nello stesso periodo (nella fascia 80+) il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati (38,5 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) è circa tredici volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 120 giorni (2,9 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e circa quarantotto volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (0,8 ricoveri in terapia intensiva per 100.000). Analizzando il tasso di decesso (nella fascia 80+), nel periodo 12/11/2021 – 12/12/2021, nei non vaccinati (266,6 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro i 120 giorni (29,4 per 100.000) e settantaquattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (3,6 per 100.000)”.

Entro oggi l’Istituto Superiore di Sanità pubblicherà una faq specifica per smascherare l’ennesima bufala.