"Così ricordo la mia Ashley, con Federico stava bene"

Il padre della donna uccisa in Santo Spirito al processo

Walter e Jennifer, i genitori di Ashley Olsen (New Press Photo)

Walter e Jennifer, i genitori di Ashley Olsen (New Press Photo)

ORGOGLIOSO e innamorato della figlia, contento di vederla così nel quartiere dell’Oltrarno che l’aveva «adottata». Lei si sentiva di casa, aveva un sacco di amici e stava bene con il fidanzato Federico Fiorentini dopo che il matrimonio era andato a monte. Walter Olsen, il padre architetto di Ashley, la 35enne statunitense uccisa nella sua casa di Santo Spirito il 9 gennaio scorso, è stato ieri il protagonista dell’udienza nell’aula bunker di Santa Verdiana. Presente anche Cheik Diaw, unico imputato per l’omicidio della donna, accusato di averla uccisa volontariamente. Il padre ha raccontato del rapporto con la figlia, degli ultimi giorni in cui era andata a trovarla e delle ultime 24 ore prima della drammatica scoperta. E si è soffermato anche, rispondendo alle domande del pm Giovanni Solinas, sul rapporto tra Ashley e Federico Fiorentini. «ERANO fidanzati, la relazione era inziata da un anno e mezzo, dopo che Ashley aveva divorziato dal marito che la tradiva». E così ha dettagliato il rapporto sbocciato a Firenze, proprio in piazza Santo Spirito: «Tra Ash e il fidanzato c’era un rapporto basato sull’amore e sul rispetto reciproco. Il rapporto tra loro era ottimo». Litigavano? «Naturalmente a volte litigavano ma come ogni coppia. A volte si lasciavano, ma si riprendevano anche come capita a tante coppie. Stavano bene insieme».  E HA AGGIUNTO anche alcuni particolari: «I litigi, quando ci sono stati, sono sempre stati solo verbali. Io lo chiesi a mia figlia: ‘ma ti ha mai messo le mani addosso?’ ‘Mai’, mi ha detto. Mia figlia andava spesso da Federico, mentre lui andava ogni tanto da Ashley e non aveva le chiavi dell’appartamento». POI IL PADRE ha ricordato le ultime ore. Il 7 gennaio aveva visto Ash in casa con un’amica mentre stava preparando la cena. «Era contenta, tranquilla. Non avevo mai visto mia figlia così felice, serena. Non era per nulla turbata. Mentre ero con lei contattava col telefonino il fidanzato, credo che non le rispondesse, avevano litigato, si erano lasciati. Intanto lei metteva in ordine la casa, la vedevo serena». Poi i momenti dell’8 gennaio e del 9 gennaio. «Sono andato in bici, nel pomeriggio, ho suonato. Nessuno ha risposto. Ho visto le finestre chiuse». Poi la terribile scoperta il 9 gennaio quando è stato raggiunto da una telefonata del fidanzato. Una chiamata concitata, quasi non riusciva a capire cosa stesse dicendo. «Mi ha detto che Ashley che Ashley era morta». E stava piangendo mentre era al telefono.