Violenza e abusi, nasce la Rete regionale del codice rosa

Dal 2012 al primo semestre 2016, i pronto soccorso degli ospedali toscani hanno registrato 12.387 accessi. In campo Asl, Procura della Repubblica e forze dell'ordine

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

Toscana, 10 dicembre 2016 - Nasce in Toscana la Rete regionale Codice rosa, che collega e coordina tutte le forze che all'interno del servizio sanitario toscano lavorano per offrire alle persone vittime di violenza e abusi, spiega una nota della Regione, «un aiuto pronto e tempestivo, articolato e complesso, attraverso sicure e precise sinergie tra strutture ospedaliere e servizi territoriali, assicurando, fin dalla fase dell'emergenza, supporto sanitario, sociale e psicologico a l'attivazione dei servizi territoriali».

A istituire la rete una delibera, presentata dall'assessore toscano al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, approvata nel corso dell'ultima seduta di Giunta regionale. Per il funzionamento della Rete per l'anno 2017, la Regione ha destinato 150.000 euro: 100.000 da assegnare alle aziende sanitarie e 50.000 per la realizzazione di attività formative.

«Il progetto regionale Codice Rosa - spiega Saccardi - si è diffuso dalla Toscana, che ha fatto da apripista, in tutta Italia, e riscuote grande attenzione anche in Europa. In ogni pronto soccorso degli ospedali toscani ora c'è una corsia riservata e un team multidisciplinare che si prende cura delle persone vittime di violenza e abusi. E perché una donna non venga poi abbandonata una volta uscita dal pronto soccorso, abbiamo voluto una forte integrazione tra le politiche sanitarie e quelle sociali, per assistere anche sul piano sociale e psicologico le persone vittime di violenza che si sono presentate al pronto soccorso. E abbiamo previsto anche il proseguimento delle attività formative a carattere regionale, per garantire la formazione del personale delle aziende che opera nell'assistenza, cura e tutela delle persone vittime di violenza nell'ambito del progetto Codice Rosa. Tutto questo viene sistematizzato nella rete regionale Codice rosa».

Il progetto Codice rosa nasce nel 2010 nell'allora Asl 9 di Grosseto, come progetto pilota, per assicurare un coordinamento più efficace tra le diverse istituzioni e competenze, per dare risposta alle vittime di violenza al loro arrivo al pronto soccorso. Vengono costituiti gruppi operativi interforze (Asl, Procura della Repubblica, Forze dell'ordine), con il compito di contribuire al tempestivo riconoscimento e all'emersione dei casi di violenza e abusi, e alla cura delle vittime, garantendo contestualmente la rapida attivazione degli uffici competenti delle Procure della Repubblica.

Nel 2011, con la sottoscrizione del protocollo d'intesa tra Regione e procura generale di Firenze, il Codice rosa diventa progetto regionale e prevede percorsi di accoglienza, cura e tutela delle persone: donne e uomini, adulti e minori, vittime di violenza e abusi. Dal gennaio 2012, da Grosseto la sperimentazione si allarga alle Asl di Arezzo, Lucca, Prato e Viareggio. Dal gennaio 2013 si estende poi alle Asl di Pisa, Livorno, Empoli e alle Aou Careggi e Meyer.

Nel gennaio 2014 si completa la diffusione a livello regionale, con l'estensione del progetto alle Asl di Massa e Carrara, Pistoia, Siena, Firenze, e alle Aou pisana e senese. Dal 2012 al primo semestre 2016, i pronto soccorso degli ospedali toscani hanno registrato 12.387 accessi al Codice rosa: 10.773 di adulti (nella stragrande maggioranza donne), 1.614 di bambini. Nel primo semestre 2016 i casi sono stati complessivamente 1.617: 1.363 adulti e 254 minori.