Calciopoli, Giusti si 'pente' davanti ai pm. "Così aggiustavo le partite"

Doppia inchiesta giudiziaria: ecco le novità e le intercettazioni

Violenza sul campo da calcio (Archivio)

Violenza sul campo da calcio (Archivio)

Firenze, 12 gennaio 2017 - Filippo Giusti, alla Sestese fino alle sue dimissioni della fine di luglio, è un dirigente temuto, rispettato e, a giudicare dall’inchiesta che lo ha investito, anche spregiudicato. Ma davanti ai magistrati, sia quelli ordinari che sportivi, ha vuotato il sacco. Una «confessione» a 360 gradi, come si legge nei verbali. A partire dai «premi a vincere» per le avversarie delle sue dirette concorrenti. Giusti racconta di aver avvicinato l’ex calciatore del Prato, in forza al Foiano, Zacchei perché interessato «a conoscere esattamente quale era l’esatta aspirazione del Foiano ed a sondare i reali interessi dei calciatori, rendendomi disponibile a corrispondere un premio partita in caso di vittoria del Foiano nella trasferta contro il Chiusi, che in tal modo avrebbe consentito alla Sestese di sperare in una migliore posizione nella griglia play-out (…)».

Si incontrano al casello di Monte San Savino «senza avergli anticipato alcunchè telefonicamente». «Gli proposi che se avessero vinto contro il Chiusi sarei stato disposto a corrispondere ai giocatori del Foiano un premio partita pari a circa 3mila euro che avrebbero provveduto a dividersi fra loro. Lo Zacchei interessato alla proposta mi disse che ne avrebbe parlato col mister e con i suoi compagni di squadra e poi mi avrebbe dato la risposta. Uno o due giorni dopo mi chiamò confermandomi che l’allenatore e alcuni componenti della squadra di cui però non mi fece il nome avevano accettato la proposta. Poiché il Foiano invece perse la partita, la mia promessa venne a cadere». Un premio viene promesso anche alla Bucinese, che il 2 aprile affronta la Lastrigiana, diretta concorrente della Sestese nella lotta per non retrocedere. «Il mio interesse era quello di ottenere che i giocatori della Bucinese si impegnassero al massimo, vista la buona posizione di classifica (...) e visto che nell’ambiente era risaputo che dal mese di dicembre il presidente di quella squadra non pagava più i rimborsi spese».

Il “gancio” è Christian Prosperi, giocatore e ds degli aretini. «Era mia intenzione promettere un premio a vincere ai giocatori della Bucinese per stimolare il loro impegno. Devo precisare che era comune interesse mio e di Fiorini, patron di altra società di bassa classifica, il Porta Romana, quella di ottenere il massimo impegno dalla Bucinese e pertanto ci accordammo di dividerci la spesa del premio a vincere, promettendo 1000 euro per uno«. Nell’appuntamento con Prosperi «gli chiesi se i giocatori si stavano allenando regolarmente e se la società pagava i rimborsi, al che, quando lui mi rispose che le cose non andavano bene, ebbi modo di fargli la proposta del premio a vincere, proposta che egli accolse immediatamente. Della circostanza avvisai il Fiorini, che mi chiamò per sapere come era andata».

La Bucinese perse 2-3. La “stimolazione” viene però ritentata per Valdarno-Bucinese (23 aprile). La «società di mutuo soccorso» Sestese/Porta Romana si rimette in moto. «Per questa gara mi sentii con Stefano Fiorini, interessato anche lui a che il Valdarno, che occupava una posizione di bassa classifica, uscisse sconfitto e ci mettemmo d’accordo per promettere il medesimo premio a vincere di 2mila euro, mille per uno, ai giocatori della Bucinese per il tramite di Prosperi». Al nuovo incontro con ilds-giocatore «visto come era andata la partita precedente, gli dissi che si sarebbero dovuti dar da fare e lui mi disse che la partita contro la Lastrigiana qualcuno l’aveva giocata e qualcuno no, ma non mi fece i nomi nello specifico, al che gli replicai che l’avevo visto dalle immagini. Mi raccomandai con lui di sensibilizzare i giocatori più forti, come Baccini, Bega, Frio, Bettoni, Mecocci, Pavani. Lui mi disse che avrebbe fatto, ma dalle immagini della partita non mi pare che ciò sia accaduto e la Bucinese non creò neanche un’occasione da rete».