Non ci avvelenate per il denaro

Il commento del caposervizio di Lucca

Remo Santini

Remo Santini

Lucca, 18 settembre 2016 - Ci sono reati che ci colpiscono di più, altri purtroppo a cui nel tempo ci siamo abituati, perché avvengono con frequenza. E' difficile fare una classifica, e forse non è nemmeno giusto. Ogni crimine o illecito urta determinate suscettibilità (che possono essere diverse da individuo a individuo) ma la gravità viene poi stabilita a seconda della condanna. Tuttavia fra i misfatti più raccapriccianti ce n'è uno che va a minare il nostro rapporto di fiducia con l'ambiente, con chi lavora nel settore ma anche chi lo dovrebbe tutelare (ovvero le istituzioni che da decenni non trovano una soluzione per lo smaltimento dei rifiuti).

Si tratta dell'inchiesta giudiziaria scoppiata in questi giorni su due diversi filoni, e che ha portato a degli arresti in lucchesia: secondo l'accusa ben 45mila tonnellate di scarti nocivi prodotti provenienti dai depuratori di fanghi industriali, sarebbero state sversate in terreni agricoli su cui poi veniva coltivato il grano, mentre 36mila tonnellate di scarti tossici provenienti dal ciclo produttivo della carta, sarebbero stati smaltiti irregolarmente. Saranno i giudici a stabilire le responsabilità, non spetta certo a noi. E c'è da augurarsi che non sia vero, seppure alcuni video siano purtroppo espliciti. Ma se tutto dovesse essere confermato, permetteteci l'indignazione. Il diritto alla salute dei cittadini, già minato da più parti, è la cosa più importante che ci sia rimasta. Che in nome del denaro e del profitto si avvelenino perfino le aree destinate all'agricoltura, è inconcepibile. Fa venire il voltastomaco, è davvero ripugnante. Contaminare e inquinare i luoghi in cui viviamo e il cibo che mangiamo, è un attentato alla vita. E' grave quanto commettere un omicidio, struprare una donna o usare violenza sui bambini.

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