di Olga Mugnaini

Firenze, 30 giugno 2014 - NESSUN fungo, nessun insetto, nessuna fitopatia sull’albero killer. Ieri mattina il comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Luigi Bartolozzi, ha effettuato il sopralluogo alle Cascine sul bagolaro da cui si è staccato il ramo che ha ucciso Donatella Mugnaini e la nipotina Alice. La relazione tecnica è ora nelle mani della Procura della Repubblica, insieme a quelle della polizia municipale e dei vigili del fuoco.

E dalla verifica della Forestale un fatto sembra certo: la pianta non era malata. O almeno, non al punto da giustificare la rottura di un ramo di quelle dimensioni e a quell’altezza. A spezzarsi è stato infatti un “tronco” di quasi 700 chili, lungo 14 metri e con un diametro di trenta centimetri.

Ma allora cosa è stato a causare la tragedia? «Posso dire che non abbiamo riscontrato la presenza di parassiti o di agenti patogeni — spiega il comandante Bartolozzi —. E quindi ritengo che la rottura sia potuta accadere per una concomitanza di situazioni ma comunque per cause meccaniche, che potranno essere stabiliti in base agli esiti delle altre relazioni tecniche. In ogni caso possiamo parlare di un vero e proprio collasso, una frattura per il peso in controtropendenza rispetto all’asse portante del fusto. La pianta non era malata. E anche se dal basso era difficile vederlo, il ramo che si è spezzato aveva una cicatrizzazione che presuppone una precedente rottura. A quel punto, anche se non c’era vento, quando un ramo è in tensione basta un niente per romperlo».

Il comandante della Forestale non esclude la necessità di ulteriori accertamenti tecnici sulla pianta: «Se la Procura lo renderà necessario si potranno effettuare ulteriori riscontri con apparecchiature specifiche — prosegue Bartolozzi —, ad esempio con martello ad onde, il resistograph o la verifica della stabilità con il metodo Vta. Intanto in base ai parametri di un controllo visivo che riguardano la conformazione del fusto, la trasparenza della chioma, la presenza di fori e galleria causate da insetti, possiamo sostenere che quel bagolaro non era malato».