Firenze, 7 maggio 2014 - "Mentre ci tiravano di tutto pensavo a mia madre alcuni seggiolini più in là. La gente piangeva e gridava". Ha ancora negli occhi la violenza dell'assalto al suo pullman da parte di teppisti-ultrà. Lei è E., una ragazza grande tifosa della Fiorentina che ha partecipato a Fiorentina-Napoli, finale di Coppa Italia, sabato 3 maggio. E' essere tifosa della Fiorentina la sua unica colpa per aver subito, insieme agli altri amici sul bus, un assalto criminale, un assalto in piena regola chissà, forse anche pianificato. Una vicenda incredibile.

Che ancora non era nota alle cronache, ma che grazie al video girato all'interno del torpedone tutti i tifosi viola hanno potuto conoscere. 

"Un assalto partito da un gruppo di tifosi del Napoli - dice - Il nostro pullman si è trovato isolato, ci siamo persi dopo che, mentre eravamo incolonnati con altri pullman, è scattato un rosso e siamo usciti dalla carovana". Il bus è quello dal quale i tifosi hanno effettuato delle riprese. Riprese che poi i supporter hanno messo su youtube proprio per mostrare la cattiveria di certi teppisti. Il club con cui è partita E. è della provincia di Siena

"Siamo partiti sapendo che nn sarebbe stata una giornata o partita facile, ma personalmente mai avrei creduto di assistere ad una vicenda tanto squallida - dice E. - Arrivati a Roma eravamo incolonnati con gli altri pullman aspettando che la polizia ci scortasse. Siamo ripartiti, ma nel caos cittadino di Roma, fermi ad un semaforo, non siamo riusciti a passare con il verde insieme agli altri e quindi ci siamo persi. Ci siamo poi ritrovati nella zona dei tifosi napoletani e lì è salita la tensione. Due vigili della Capitale appena si sono accorti del pericolo hanno deciso di accompagnarci loro fino a destinazione".

Ma la situazione degenera velocemente: "Trovandoci davanti una muraglia di tifosi napoletani con tanto di polizia davanti, il vigile ci ha fatto svoltare immediatamente per una strada a senso unico (noi eravamo nel senso contrario). Ma ormai ci avevano visto. Quando siamo arrivati in fondo a questa strada destino ha voluto che ci fosse una macchina parcheggiata malissimo che ci impediva di svoltare ambo i lati".

Il pullman a quel punto era in un vicolo cieco. E i teppisti ne hanno approfittato. Con minuti di violenza totale. "Lì per lì mai avrei creduto che davvero avessero avuto intenzione di farci del male. Ci siamo buttati tutti giù nel pullman cercando di coprirci la testa. Volavano sassi, petardi e sprangate. Tutti urlavano, erano impauriti e arrabbiati". Il pullman ha subito diversi danni: fanalini rotti, vetro e carrozzeria posteriore danneggiati. Oltre a una gomma bucata. 

Lo sfogo di E. è amaro: "Noi non dovevamo nemmeno arrivarci lì. Ma in italia se sbagli strada in occasioni del genere questo è quello che può accadere. Il proprietario della macchina non arrivava e noi eravamo lì. a farci assalire da un branco di bestie, perché solamente così si possono definire. Nel bus c'erano oltre a me altre donne, ragazzi, anziani... ma la vosa più grave è che c'erano due bambine".

In quei momenti di terrore E. ha pensato a qualsiasi cosa: "Pensavo se mia mamma, che era due file avanti, si stesse abbastanza riparando, se il mio fidanzato, che era accanto a me, si fosse impaurito. C'erano anche mia cugina e una mia collega. Pensavo a tutti loro e dicevo state giù, state giù". 

Alla fine la macchina che era di intralcio viene tolta e il gruppo può ripartire: "Nel pullman eravamo esterrefatti e impauriti. C'era chi piangeva, chi urlava e chi ancora non credeva di averla scampata". Il pullman si dirige allo stadio, dove peraltro per lunghi minuti è successo di tutto dopo gli altri scontri avvenuti e il ferimento a colpi di pistola di tre minuti. "Siamo entrati all'Olimpico - dice E. - con l ansia di non sapere cosa poteva succedere dopo, con la rabbia di aver vissuto un episodio del genere solamente per una partita. Aveva dentro di me una convinzione, che sarebbe stata la mia ultima trasferta viola".