Firenze, 25 aprile 2014 - GENTILE DIRETTORE, l’Italia è un Paese davvero strano: leggi nazionali e regolamenti comunali fanno sì che case popolari e posti nella scuola dell’obbligo vadano a chi certo ne avrà pur bisogno, ma — secondo me — ne ha meno diritto. E gli italiani sono penalizzati. Gli stranieri arrivano, fanno nugoli di figli che allevano in condizioni ributtanti a qualsiasi sguardo occidentale e civile. Bene, alla fine sono loro a essere premiati: casa, scuole, agevolazioni.  Gli italiani (svenati dalle tasse, oltretutto) si arrangino.
M.P., via mail

 

RISPONDE IL VICE DIRETTORE MAURO AVELLINI

CI SONO MOLTE leggende metropolitane su presunti favori pubblici agli immigrati. Ma ci sono anche alcune cose che gli italiani percepiscono come ingiuste. Ad esempio la diaria giornaliera di 40 euro (temporanea, pagata da tutti i Paesi Ue), più vitto e alloggio, più una serie di servizi, compresi i corsi di lingua, ai richiedenti asilo o a chi si vede riconosciuto lo status di rifugiato politico. Oppure la pensione sociale agli over 65 senza reddito che si ricongiungono con la famiglia di un immigrato regolare. Altri soldi, come a chi se l’è sudata da nato e residente in Italia. Per quanto riguarda l’assegnazione delle case popolari ci sono delle differenze notevoli da bando a bando, esistono dei casi limite, ma non risulta che gli stranieri in generale siano favoriti. Anziani, invalidi e nuclei monogenitoriali sono in testa alle graduatorie. Le famiglie di immigrati che fanno richiesta di alloggi sono una su 5 (contro una famiglia di italiani su 10) ma ne occupano solo il 10 per cento. Lasciamo stare asili e bambini, che il posto dovrebbe esserci per tutti. Le farà infine piacere, caro lettore, sapere che gli immigrati producono l’11% del Pil e pagano ogni anno 7,5 miliardi di contributi previdenziali. L’Inps si salva anche grazie a loro.