GENTILE DIRETTORE, Elisabetta II compie 88 anni: entra, per lunghezza e importanza di regno, nel ristretto novero delle più importanti teste coronate (Elisabetta I e la regina Vittoria) che hanno segnato epoche. Vengo al punto: Elisabetta ha visto passare, nella nostra Italietta, decine di opachi premier. I governicchi passano, le corone restano. E lei fa guadagnare al suo Paese (tra gadget e altro) centinaia di milioni l’anno. Insomma, aridatece anche qui la monarchia. E’ l’unica cosa che funziona.
Valerio Grossi, via mail

BEH, SIGNOR VALERIO, ora non si faccia prendere la mano. La monarchia funziona ma, con tutto il rispetto, più come soprammobile. E l’Inghilterra, rispetto a noi, è un altro mondo. I sudditi di Sua Maestà sono affezionati alla corona e guai a chi gliela tocca: è come cullare una tradizione di famiglia, un pezzo di storia a cui non si può voltare le spalle. Poi aggiungerei anche la saggezza inossidabile di Elisabetta II, che ha saputo regnare caricandosi sulle spalle sessantun anni incredibili, nei quali l’umanità ha cambiato pelle, ha stravolto abitudini, l’uomo è andato sulla luna e oggi usa il telefonino, mentre lei è rimasta lì, immobile eppure sempre attuale. Se pensate a che cosa era il 1953, quando Elisabetta è salita al trono, c’è da stupirsi: in Italia finiva l’era De Gasperi, nasceva l’Eni e Enrico Mattei diventava l’uomo più potente del Paese; negli Stati Uniti il presidente Truman passava il testimone ad Eisenhower, che era stato un eroe della Seconda guerra mondiale. Preistoria. Da noi la monarchia è un’istituzione seppellita e non si potrebbe mai riesumare. Né credo ci siano troppi rimpianti in giro. E se ce ne fossero, per metterli da parte basterebbe far funzionare meglio questa nostra Repubblica.