Firenze, 20 aprile 2014 - CHI VIVE a Firenze e dintorni ha la possibilità di essere in vacanza tutte le volte che ha mezza giornata libera, o anche poche ore a disposizione. In questi giorni di feste pasquali, se non siete partiti, proviamo allora vivere l’incanto di guardare la città con gli occhi di un visitatore straniero. E di goderne le tante opportunità, tutte di grande livello. Vi prendiamo per mano e vi consigliamo cosa fare e dove andare. Fidatevi.

Cominciamo da Palazzo Strozzi, che da ogni parte richiama visitatori per la mostra di Rosso Fiorentino e Pontormo. Prima dei dipinti di questi due pittori manieristi così seducenti, è la sede stessa che merita di essere accarezzata con lo sguardo: ci troviamo di fronte all’esempio perfetto dell’ideale dimora signorile del Rinascimento, voluta da Filippo Strozzi nel 1489 e appena varcato il portone e si entra nel cortile, il colonnato in piena serena ci racconta l’eleganza e il fasto racchiusi nel Palazzo. Se siete interessati, una mostra permanente illustra la storia dell’edificio e della famiglia Strozzi.
 

Al piano inferiore, La Strozzina apre una finestra sull’arte contemporanea conle’esposizione dedicata al concetto di famiglia oggi, attraverso le opere di 112 artistiinternazionali. Ma adesso affrontiamo i colori, le torsioni e le complesse costruzioni compositive di questi due artisti così diversi e uguali dell’inizio Cinquecento. Il titolo «Divergenti vie della “maniera”» allude alla definizione di Vasari che identifica quella stagione artistica come quella della «maniera moderna», derivata dal grande Michelangelo. I dipinti, scelti a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, spiegano come Pontormo fosse pittore preferito dai Medici e aperto al rinnovamento oltre la tradizione; mentre Rosso abbia continuato ne solco della tradizione pur con accenti di originalità. Entrambi furono allievi di Andrea del Sarto di cui in mostra di vede La Modanna delle Arpie.

E una volta usciti da Palazzo Strozzi, e con tutti quei colori negli occhi, fate un salto nella Chiesa della Santissima Annunziata per ammirare il Chiostro dei Voti. E’ qui, in questo santuario mariano da sempre caro ai fiorentini, che si trova uno straordinario ciclo di affreschi nelle lunette, dipinto da importanti maestri a cavallo fra Quattro e Cinquecento, fra cui appunto Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino. E se avete voglia di arrivare a San Salvi, lo spettacolo del Cenacolo affrescato sempre di Andrea del Sarto vi ripagherà certamente del viaggio.

Firenze quest’anno vuol dire soprattutto Michelangelo, di cui si ricordano i 450 anni della morte. La Galleria dell’Accademia, oltre al David e ai Prigioni, presenta la mostra Ri-conoscere Michelangelo: ossia come nel corso dei secoli pittori, scultori, fotografi, disegnatori, si siano misurati col genio del Buonarroti. Un analogo omaggio viene dall’Accademia delle Arti del Disegno che nei locali dell’Archivio di Stato in vi viale Giovine Italia, 6.

Ma a suscitare curiosità è soprattutto il confronto fra Michelangelo e Jackson Pollock, nella mostra a Palazzo Vecchio e in San Firenze dal titolo “La figura della furia”. Certamente anche l’inventore dell’espressionismo astratto americano fu suggestionato dal potente segno del Buonarroti. Ma al di là della ricerca delle similitudini nello studio dei disegni, conviene lasciarsi catturare dalla danza e dalla sinfonia di alcuni dipinti di Pollock arrivati a Firenze da tutto il mondo. Non mancate di entrare poi in San Firenze, dove due sale allestite con video multimediali, offrono un’esperienza artistica sensoriale davvero unica: fasci di luce sul pavimetno, alle pareti e al soffitto, ricreano sotto il vostro sguardo il dripping di Pollock, quelle sgoccialature che sono furia e misura, forza e poesia.

A due passi c’è quello scrigno di meraviglie che è il Bargello. Di recente è stata riallestita, non a caso, la sala a piano terra dedicata a Michelangelo (con il Bacco, ilTondo Pitti Pitti, il ritratto di Bruto), e a tutti gli artisti della sua epoca. Inoltre, da pochi giorni è aperta la mostra dedicata a Baccio Bandinelli, eccelso scultore fiorentino la cui fama è stata offuscata proprio dallo splendore del Buonarroti.
 

Appena usciti dal Bargello non mancate di entrare nella Badia Fiorentina, un luogo di grande spiritualità, dove si trova la tomba di Ugo di Toscana, che ci riporta alle origini della nostra storia. Fu lui a fondare l’abbazia nel 978. Diventato marchese di Toscana, accrebbe con grande munificenza le donazioni della madre e il suo ricordo è stato perpetuato nei secoli.

E per concludere con Michelangelo passiamo da San Lorenzo, dalla Basilica e dalle Cappelle Medicee, dove oltre alle tombe dei membri della potente famiglia, è in corso una mostra dedicata all’Elettrice Palatina.
Fidatevi. E non ve ne pentirete.