Firenze, 19 aprile 2014 - GENTILE DIRETTORE, non mi scandalizzio per il fatto che la Regione Emilia Romagna abbia deciso di varare un ‘canale’ sul web che permetta a tutti i cittadini (in assoluto anonimato) di denunciare casi di corruzione. Non mi scandalizzo affatto, anzi, mi complimento e spero che presto questa strada venga percorsa anche da altre Regioni. Non me ne frega niente di passare per una spia: voglio che tremi, almeno, chi fa la bella vita in modo disonesto, mentre noi fatichiamo a campare.
M.B., via mail

 

RISPONDE IL DIRETTORE MARCELLO MANCINI

NON SI TRATTA di fare la spia, quanto di evitare gogne preventive e indiscriminate, che si possono sempre nascondere dietro le denunce anonime. Se poi il provvedimento davvero servirà a mettere paura ai politici malintenzionati - come lei auspica -, se cioè le segnalazioni verranno utilizzate con intelligenza e discrezione da chi le riceve, allora potrebbero essere salutari per il nostro sistema. E varrebbe la pena correre il rischio. Mi sembrava doverosa questa premessa, semplicemente perché l’argomento è grave e delicato. Perché ci sono tanti politici disonesti ma ci sono pure persone perbene e fare di tutta l’erba un fascio potrebbe essere pericoloso. Che poi una decisione traumatica sia necessaria è fuori di dubbio. Pensi che mi continuo a chiedere da anni, come sia possibile che i politici lucrino sulla loro attività, sperando di non essere smascherati, dopo tutto quello che è successo con Tangentopoli. Nemmeno quel ciclone è servito da monito. Allora, pur diffidando delle denunce anonime, l’idea dell’Emilia Romagna è un male necessario. E speriamo serva a qualcosa.