Empoli, 18 aprile 2014 - FABRIZIO Iacopini, di mestiere, fa il restauratore. E’ titolare di una ditta individuale che porta il suo nome. La sua specialità: riportare in vita affreschi antichi. Fa capo a Castelfiorentino, la sua città di origine, ma il lavoro lo porta spesso in giro per la Toscana. I suoi clienti più assidui sono gli enti pubblici e le sovrintendenze, ma anche il Vaticano. Per lavorare ha bisogno del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, un pezzo di carta rilasciato da Inps, Inail e Cassa Edile che testimonia l’avvenuto pagamento delle tasse. 

Fabrizio Iacopini si è visto negare il documento, che va aggiornato ogni tre mesi, e almeno per adesso non potrà svolgere, e quindi riscuotere, un importante lavoro di restauro per il Comune di Livorno. Il suo debito con l’Inps ammonta alla mirabolante cifra di 41 centesimi di euro. Meno di un mezzo caffè. Tanto è bastato all’ente previdenziale per negare la concessione del Durc.


«MA IL BELLO — commenta Iacopini — è quello che mi hanno chiesto per mettermi in regola». La burocrazia italiana, infatti, non si accontenta del semplice pagamento del debito. Troppo facile. L’Inps, per rilasciare il documento di regolarità contributiva, ha comminato a Iacopini una sanzione di 87,99 euro. Il restauratore ha quindici giorni di tempo per sanare, altrimenti si vedrà rispondere picche alla richiesta del Durc.

«Questi fogli mi servono per lavorare — spiega ancora — e mi sembra francamente assurdo dover pagare quasi 90 euro per un debito di 40 centesimi che sono pronto a saldare anche subito. Senza il documento di regolarità contributiva i Comuni e gli enti pubblici non possono commissionare i lavori. Nè, di conseguenza, pagare. Ho un dipendente in attesa di iniziare l’opera di restauro a Livorno e quest’intoppo non ci voleva».

Iacopini si è rivolto alla Confesercenti di Empoli. «E’ inaccettabile - tuona Lapo Cantini, responsabile di zona dell’associazione —. Noi chiediamo di semplificare, tutti lo promettono ma nessuno lo fa. Ritengo assurdo che una persona non possa lavorare per un debito di 40 centesimi. Senza contare la beffa della multa».