Arezzo, 16 aprile 2014 - Il giallo ha una soluzione, anche se ancora non scritta sulle carte: una soluzione sulla quale stanno coincidendo sia le analisi della Usl che quelle interne condotte dalla Coop. Che spazza definitivamente il campo da possibili piste dolose e invece accredita la ricostruzione sul giallo della minerale ormai prevalente: un inconveniente avvenuto nella fabbrica.

E' il caso che ha tenuto banco a Montevarchi, con alcune bottiglie di Montecimone Coop dal sapore proibito. I referti ufficiali non ci sono ancora ma l’esito delle analisi sembra scontato. Da fonti Coop, in attesa che il nero su bianco spazzi via ogni dubbio, si torna alla  valvola difettosa, detto in modo molto scarno ma vicino alla realtà. Cosa sarebbe successo? In pratica nell’azienda, che è effettivamente molto controllata, sarebbe sgocciolato del materiale disinfettante che era chiaramente a tutto destinato meno che all’interno delle bottiglie.

Una fase probabilmente durata una manciata di sercondi  ma sufficiente a provocare la brutta sorpresa all’interno di alcune bottiglie del lotto. La soluzione in sè spiegherebbe alcuni dati altrimenti incomprensibili. Sono stati pochissimi i casi di consumatori rimasti «scottati» da quell’acqua e presentatisi al pronto soccorso per chieder aiuto. Merito dell’allarme che la Unicoop ha dato con grande tempismo ma anche segno che lo sgocciolamento è stato breve e ha interessato solo una parte minimale di quel lotto.

Dalla Usl anche le analisi assegnate ai laboratori regionali di Firenze non hanno blindato il loro parere. Ma fonti interne al mondo della sanità assicurano che anche per loro il dado sembra ormai tratto: liquido con ogni probabilità colato direttamente nella fase di fabbricazione e che dovrebe coincidere con quelle gocce delle quali anche le indiscrezioni Coop parlano. Da tutte le analisi  non sarebbero emersi interventi esterni alle bottiglie.