Grosseto, 11 aprile 2014 - C’ERA da aspettarselo. La sentenza del Tribunale di Grosseto che ha imposto all’amministrazione comunale maremmana di ratificare nel registro di Stato civile il matrimonio tra due uomini celebrato a New York ha diviso l’Italia in favorevoli e contrari. Prevedibile.

 

La posizione più dura è della Conferenza episcopale italiana: «Con questa decisione rischia di essere travolto uno dei pilastri fondamentali — si legge in una nota della Cei — dell’istituto matrimoniale radicato nella nostra tradizione culturale. Il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna. È uno strappo grave». Quella tra Giuseppe Chigiotti, noto architetto grossetano di 68 anni e il giornalista fiesolano Stefano Bucci di 57 anni, non può quindi essere considerata matrimonio, secondo la Cei. Ma il giudice grossetano Paolo Cesare Ottati non l’ha pensata così e ha interpretato la ormai famosa sentenza 4.184 del 2012 della Corte di Cassazione come il legale che ha assistito la coppia Chigiotti-Bucci, l’avvocato Claudio Boccini.
 

«IL MATRIMONIO tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero — ha scritto il giudice — non è contrario all’ordine pubblico». Quindi deve essere ratificato. E così farà l’amministrazione comunale grossetana, senza opporsi. «Siamo consapevoli della portata di questa decisione — ha commentato il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi — che ci consente di superare gli ostacoli e le difficoltà emerse fino a questo momento a causa della mancanza di norme chiare alle quali attenersi. Il Comune che a suo tempo ha scelto di non opporsi al ricorso presentato dalla coppia dopo il rifiuto dei nostri uffici, si adeguerà da subito alle decisioni del tribunale senza alcuna opposizione». Non farà altrettanto la procura grossetana. «Esiste una sentenza della Cassazione che dice chiaramente che non si può fare — ha spiegato il procuratore capo Francesco Verusio —. Stiamo lavorando alle motivazioni per impugnare la sentenza del Tribunale». Non è finita qui. La decisione storica del giudice maremmano, accolta da molti come una breccia aperta nel muro di resistenze alle unioni omossessuali, non sarà quindi definitiva. I magistrati grossetani proporranno reclamo alla Corte di Appello di Firenze. Altri giudici saranno chiamati a confrontarsi con una materia «spinosa», che va oltre il Codice.
 

«NON INTENDO commentare la decisione della procura», si è limitato a rispondere l’architetto Chigiotti. «Aspetto di vedere come la procura motiverà il reclamo», ha aggiunto il suo legale, l’avvocato Boccini. Tutti i commenti — «Una sentenza assurda, fatta per introdurre motivi di rottura», ha sostenuto il presidente dei senatori Ncd Maurizio Sacconi, cui si è contrapposta la parlamentare Marisa Nicchi di Sel: «Una vittoria importantissima per i diritti civili» — che si sono susseguiti per l’intera giornata di ieri sono in stand-by.