Viareggio, 17 febbraio 2014 - PALAZZO vecchio squarciato in due, come investito da un’eruzione vulcanica. E dalle rovine dell’edificio ecco uscire pedalando in bicicletta don Matteo... Renzi. Cappellino in testa come il personaggio tv interpretato da Terence Hill, indossa una sciarpa viola e porta la fascia tricolore. Direzione? L’autostrada del Sole che da Firenze corre dritta nella Capitale, verso i palazzi romani della politica. E’ questa forse l’immagine simbolo del Carnevale di Viareggio che nella prima sfilata ha richiamato ieri sui viali a mare circa centomila persone. Incuriosite più che mai di vedere come i maghi della cartapesta siano riusciti a fotografare gli ultimi sviluppi dell’agone politico.

Irriverente come da tradizione, pungente come il salmastro di questo mare, il Carnevale di Viareggio non si è lasciato certo sfuggire l’occasione per sbeffeggiare (o in taluni casi celebrare) Renzi, con aggiustamenti dell’ultim’ora. Iacopo Allegrucci, ad esempio, ha confezionato una valigia di cartapesta e l’ha messa in mano ad Enrico Letta nel suo allegro teatrino della politica italiana. Il tutto sotto gli occhi divertiti del presidente Napolitano che alza la mano di Renzi come l’arbitro fa per proclamare il vincitore di un incontro di boxe. A Luca Bertozzi invece è bastato appendere un cartello con su scritto: «Cedesi attività» sulla slitta trascinata da Babbo Natale-Letta. Slitta completa di tutti i regali fatti agli italiani «dalle tasse alle riforme alle leggi con rendita garantita».

Spetterà dunque al buon Matteo salvare l’Italia che rischia di inabissarsi sotto i colpi della crisi economica. Sul carro dei fratelli Bonetti il sindaco di Firenze, tutto nudo come mamma lo ha fatto, si arrampica sulla cima del campanile di Giotto per trovare riparo dall’acqua. Renzi e Letta, Letta e Renzi sono dunque i nuovi volti della politica da caricaturare da parte dei maghi della cartapesta, ancora comunque molto ‘legati’ al caro vecchio Berlusconi che continua a essere presente come highlander nella costruzione di Emilio Cinquini o nei panni dei grandi dittatori del Novecento come lo ha voluto Gionata Francesconi. Nel rito voodoo di Carlo Lombardi appare persino impiccato con epitaffio d’addio del cane Dudù. La satira politica dunque anche quest’anno non è mancata a Viareggio anche se, nelle grandi costruzioni, va detto, prevalgono temi sociali. Come dimostra Alessandro Avanzini nel suo enorme e spettacolare ragno metallico che raffigura la rete virtuale che spersonalizza l’uomo. Spazio anche agli omaggi delle più grandi icone della pop music, come il John Lennon dei fratelli Cinquini e il Freddy Mercury di Roberto Vannucci.