Firenze, 18 gennaio 2014 - I DUE FUCILI erano già pronti, la morte era già decisa. L’avvocato Lamberto Albuzzani, 67 anni, presidente della Banca del Credito Cooperativo Pratese di Carmignano è tornato a casa due ore prima del solito, poco dopo le 18 di ieri. Ha varcato la soglia di casa, una bella villetta alla periferia nord di Firenze nel comune di Campi Bisenzio, ha imbracciato il primo fucile automatico, ha mirato alla moglie all’altezza del cuore e ha sparato. Maria Angela Bellini, 66 anni è morta sul colpo.

Il figlio, Marco, 23 anni, dal piano di sopra ha sentito la sparo e si è precipitato di sotto. Non ha fatto in tempo a rendersi conto di nulla. È morto senza aver capito perché, con la chiave di un telecomando in mano. Stava tentando di sfuggire al destino, ma una fucilata di un calibro 12 micidiale lo ha fulminato sul colpo. Il padre killer era un cacciatore. Forse ha sparato un secondo colpo per essere sicuro che il ragazzo non soffrisse. Poi la dinamica resta un inutile mistero perché cambia poco nella drammatica sostanza dei fatti. Serve a riempire i verbali.

LAMBERTO Albuzzani ha preso il secondo fucile automatico, sempre un calibro 12 che possedeva regolarmente, se l’è puntato al petto e ha sparato. Per la quarta volta in meno di un minuto. Una esitazione all’ultimo istante gli ha leggermente deviato il colpo: non è morto subito il ‘presidente’. E allora ha ripreso il fucile e si è sparato di nuovo. Cinque colpi. Poi ha avuto la forza di comporre un numero rapido sul telefonino cellulare, quello di un amico di vecchia data che abita poco lontano. Lui ha risposto subito vedendo chi lo stava chiamando, quasi un presentimento, ma ha sentito solo dei rantoli inquietanti. Lì per lì ha pensato che il suo ‘amico presidente’, come lo chiamava scherzoso, fosse stato di nuovo colpito da un attacco di cuore e si è precipitato in via Sant’Angelo 280.

La porta di casa, al primo piano della villetta, aveva la chiave nella toppa e il corpo di Albuzzati era riverso a terra a faccia in giù. Accanto a lui i cadaveri della moglie e del figlio. Il sangue stava cominciando a rapprendersi. Non era un attacco di cuore, ma un black-out della mente.
Sono stati chiamati i soccorsi: nulla da fare. Il medico ha solo constatato il decesso. Sono arrivati i carabinieri che hanno informato il magistrato. La prima cosa da fare era quella di escludere un triplice omicidio. La ‘scientifica’ del Reparto operativo dei carabinieri l’ha fatto quasi subito. Il resto è il triste rituale della ricostruzione di un dramma di cui non si capisce l’origine. E’ vero che il padre era rimasto coinvolto nell’indagine della Guardia di Finanza e della procura di Prato su alcuni comportamenti della banca di cui era presidente, ma la sua posizione sembrava marginale. Problemi economici non ne aveva, almeno per quello che si sa al momento. E allora perché questa strage?