Grosseto, 17 gennaio 2014 - ORE 22,47 e 18 secondi del 13 gennaio 2012. La voce è chiara: «Dai.. abbandoniamo a dritta». A parlare è Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, in un audio inedito della scatola nera della nave. Una conversazione che segue di qualche attimo il segnale di emergenza generale, mentre il gigante di acciaio si stava inclinando su un fianco a Punta Gabbianara all’Isola del Giglio. Parole che rimbombano nella plancia di comando, tra gli allarmi falla e il caos di quei terribili momenti. Parole importanti. Dalle quali emerge che il primo ordine di abbandono nave esce dalla bocca del comandante Schettino. E non come sarebbe emerso al processo quando Ciro Ambrosio, il primo ufficiale di coperta, ha dichiarato addirittura di essersi ammutinato, ovvero di aver deciso di mettere le lance a mare prima dell’ordine di abbandono perché il comandante non lo faceva.


MA NON SOLO. Si distingue in plancia nitidamente anche la voce dello stesso Ambrosio che comunica a Schettino i gradi di sbandamento della nave. «Undici...undici... sbandamento costante, comandà.... costante». Sono passati 33 secondi dall’ordine di abbandonare la nave, ordine tra l’altro, come si sente, che viene immediatamente condiviso dagli altri due ufficiali in seconda, Dimitri Christidis e Roberto Bosio, che danno l’ordine — impartito senza dubbio da Francesco Schettino — di ammainare a dritta. Che si tratti della voce di Ambrosio è confermato dalle trascrizioni del Roninv dei carabinieri, così come è confermata la presenza dello stesso Ambrosio in plancia fin dalle 22 e 45.
Comandante, questi orari dimostrerebbero altro da quello che ha detto Ambrosio anche durante la deposizione...
«Esatto. Non riesco a capire. Si sente distintamente la mia voce durante le conversazioni che avvenivano in plancia dopo il segnale di emergenza generale e prima dell’ordine ufficiale di abbandonare la nave. Avevo già predisposto, al fine di gestire il panico ed essendo già piene le scialuppe numero 1, 3 e 5, l’ammaino iniziando prima da destra per poi passare a sinistra. Ambrosio ha mentito».
Quindi?
«O l’ufficiale Ambrosio ha il dono dell’ubiquità, oppure alle 22 e 47 non poteva essere cinque piani più sotto della Concordia (al ponte 3 ndr) a gestire l’ammaino delle scialuppe. Anche perché era accanto a me che mi comunicava che la nave aveva uno sbandamento di 11 gradi costante».
Le responsabilità, quindi, cambiano?
«Lui ha dichiarato di aver messo a mare le prime scialuppe senza che fosse stato dato l’abbandono della nave. La scatola nera lo smentisce. Credo che abbia fatto tutto questo per guadagnarsi le attenuanti generiche in fase di patteggiamento. E non solo».
Cioè?
«Ambrosio mi ha ingannato prima e durante l’urto. Mi ha fatto credere che se non avessi accostato a dritta avremmo evitato lo scoglio. Se mi avesse dato le distanze giuste, come rientrava nei suoi compiti, avremmo visto un’altra storia».