Firenze, 12 gennaio GENTILE DIRETTORE, sono rimasto choccato dalla notizia dell’orribile uccisione di un parrucchiere gay, a Roma. Sia lui che l’uomo cui era legato (morto suicida) si battevano contro l’omofobia. E’ solo l’ultima tragedia legata al fatto che in Italia non si vuol ancora parlare di diritti veri per gli omosessuali: troppi sono i ragazzi che si uccidono perché presi in giro dai compagni di scuola. E quanti quelli di cui non si sa nulla,.. La strada per i diritti umani è ancora tremendamente in salita. E pensare che perfino il Papa non condanna più i gay...
B. G., via mail

 

RISPONDE IL VICE DIRETTORE MAURO AVELLINI

 

CREDO CHE SIA la paura e l’ignoranza a mettere sullo stesso piano le notizie di cronaca, il costume e il tema dei diritti delle persone. Il povero parrucchiere è stato seviziato e ucciso da un tossicodipendente incontrato in posti poco raccomandabili e non in quanto gay. E dietro il suicidio del suo compagno, come di tanti altri ragazzi, non c’è sempre il mostro dell’omofobia ma una fragilità incompresa dagli amici, dalla famiglia, dalla scuola. Oggi in molti ambienti l’omosessualità non solo è accettata, ma è piuttosto l’etero ad essere considerato volgare, a volte discriminato. L’outing è di moda, perfino in Parlamento. Però, è vero, non bastano nemmeno l’articolo 3 della Costituzione e le raccomandazioni europee per abbattere pregiudizi e discriminazioni. Ma per allargare la strada dei diritti occorre riflettere anche su quelli degli altri. Interrogarsi sulle nuove sfide, come raccomanda il Papa, non pretendere. Far comprendere la diversità con leggerezza, senza forzature o travestimenti. E accettare che su matrimoni e adozioni ci sia anche qualcuno che prova giustamente a resistere.