Pisa, 11 gennaio 2014 - TRA POCHI GIORNI sarà il secondo anniversario della scomparsa di{{WIKILINK}} Roberta Ragusa{{/WIKILINK}}, la mamma svanita nel nulla dalla sua abitazione a Gello di San Giuliano Terme la maledetta notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, la stessa della Concordia all’isola del Giglio. Due anni in cui il mistero sulle sorti di questa donna - divenuta ormai una delle icona nazionali del femminicidio - non è stato ancora risolto. Due anni di serrate indagini da parte dei carabinieri, con l’ausilio di un imponente numero di uomini e variegato utilizzo di mezzi per le ricerche a vasto raggio sul territorio, che però sembrano aver portato a ben poco. Non si è ancora neppure potuto accertare, infatti, se Roberta Ragusa è viva, oppure se è morta ed è stata uccisa (tantomeno né come e né per mano di chi).

DOPO due anni e con due figli ancora minorenni - alla quale la mamma era legatissima -, la prima ipotesi viene ormai esclusa dagli investigatori e dai parenti di sangue di Roberta. Per la seconda, stante il mancato ritrovamento del corpo, inevitabilmente i sospetti sono ormai da tempo caduti sul marito, Antonio Logli.
 

CONTRO DI LUI, però - almeno per quanto è trapelato - nessuna prova schiacciante in mano agli inquirenti. Solo una serie di «indizi univoci» contro di lui. Dai cellulari (quelli segreti di lui e della sua amante clandestina, la ex baby-sitter dei figli e segretaria dell’autoscuola di famiglia) distrutti in gran fretta subito dopo la scomparsa di Roberta, al sopralluogo compiuto in via Gigli (negato dall’interessato, ma confermato dagli investigatori) dove sarebbe stato visto fra il 13 e il 14 gennaio 2012, alle testimonianze di due vicini, che distruggerebbero il suo alibi per quella notte, quando Logli sostiene di aver dormito dalle 24 alle 6,45: tanto profondamente e ininterrottamente da non accorgersi neppure che la moglie non si era coricata ed era svanita nel nulla. Solo con questi elementi sarebbe difficile - davanti a un giudice (o una corte di assise) dimostrare «al di là di ogni ragionevole dubbio», che Roberta sia stata uccisa dal marito. Sì fedifrago e, probabilmente, anche bugiardo (almeno in riferimento a quello che dice di aver fatto all’inizio di quella notte), ma questo non significa che debba anche essere un uxoricida. Entro il 7 maggio il pm Aldo Mantovani - dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio di Logli, indagato per omicidio colposo e occultamento di cadavere, che da quando è indagato non è stato mai interrogato dagli inquirenti.OGGI, intanto, sono in programma due importanti appuntamenti. Il primo è fissato per le 11 a palazzo del Governo. Come già avvenne lo scorso 16 giugno, il prefetto Francesco Tagliente, il procuratore capo Ugo Adinolfi e il comandante provinciale dei carabinieri Andrea Brancadoro incontreranno i familiari di Roberta Ragusa - ovvero le zie, gli zii, i cugini e le cugine che abitano a Pisa, Lucca e Roma.

NEL POMERIGGIO, poi, su iniziativa del gruppo Facebook «Troviamo Roberta Ragusa» - più o meno come accade un anno fa in occasione del primo anniversario della scomparsa - ci sarà un’iniziativa per ricordare la bella e sfortunata mamma di Gello. Stavolta, però, non ci sarà alcun convegno, ma sarà un evento semplice.

Si tratterà di un corteo che partendo (alle ore 15,30) da piazza Falcone e Borsellino a San Giuliano Terme si concluderà con l’arrivo sul piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Gello, dove verranno poste alcune candele e verrà detta una preghiera in ricordo di Roberta Ragusa.
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