Siena, 3 novembre 2013 - UNA VITA strappata due volte. La prima, voluta dal destino, ha portato via un bambino di cinque anni a genitori che non si danno pace. La seconda, per mano di balordi, ha tolto rispetto al ricordo di una madre che ogni giorno si reca sulla tomba del suo piccolo.


E’ accaduto nel piccolo cimitero di Presciano, alle porte di Siena, dove il paesaggio inizia a declinare nelle linee improvvise e frastagliate delle Crete facendo immaginare magici ritratti lunari.
Qui riposa il bambino e qui, tutti i giorni, una madre che scandisce ormai la propria vita con il tempo trascorso in quel cimitero, porta sulla tomba del figlio giocattoli e pupazzi. Un modo per tenere ancora vivido il ricordo come se fosse realtà, come se quella macchinine, quegli orsacchiotti fossero ancora il divertimento di un bambino che non diventerà mai uomo.


Davanti a quel marmo, a quel nome e a quella foto, fiori e girandole colorate, giocattoli, nei giorni scorsi anche una piccola zucca di Halloween regalano vivacità a quell’angolo di dolore. Quella mamma avrà pensato che il figlio avrebbe sorriso con tutti quei giochi.


POI ACCADE qualcosa che non si vorrebbe neppure dover raccontare: un cartello, scritto dalla mamma, dove si chiede esplicitamente di non portare via i giocattoli dalla tomba del figlio. E il nodo che ti prende la gola, la rabbia che arriva forte come un cazzotto nello stomaco perché non si può arrivare a tanto. Non si possono portare via i giocattoli ai bambini, figuriamoci ai bimbi che non ci sono più e che in quegli oggetti colorati rivivono allegri negli occhi dei genitori.


Invece è accaduto. Alle porte di una città civile e non, come spesso succede, così lontano da noi da provocare un’indignazione passeggera.


E’ accaduto che qualche balordo senza rispetto alcuno per il dolore e, di conseguenza, senza alcun valore nella propria vita, abbia portato via macchinine e pupazzi al piccolo che riposa nel cimitero senese. Così, nel giorno dei Santi, quando tutti i cimiteri diventano giardini colorati e si animano più di persone vive che di quelli che normalmente li abitano, si allunga un’ombra su quel piccolo angolo di campagna dove un bambino di cinque anni al quale è stata strappata vita, sono stati strappati adesso i giocattoli di un’infanzia eterna.


Katiuscia Vaselli