Firenze, 12 ottobre 2013 - Associazione per delinquere finalizzata alle truffe, frode in commercio, maltrattamento e abbandono di animali e ancora falsità ideologica in certificati e autorizzazioni amministrative commesse da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. A leggere le ipotesi di reato viene da pensare a un indagato bruto e nerboruto che maltratta gli animali. L’aspetto singolare di questa vicenda che parte dal Veneto e si dirama poi fino a Firenze, è che tra gli indagati ci sono anche medici veterinari. Quei professionisti cioè che dovrebbero assistere, tutelare, curare gli animali e non trattarli come una merce. Frode in commercio, a ben pensare è un reato abnorme da contestare a un veterinario.

La squadra Mobile di Padova incaricata dal pm Benedetto Roberti della procura presso il tribunale di Padova, ha dovuto lavorare anche qui a Firenze nell’ambito di questa inchiesta. L’altra mattina gli agenti della Mobile, unitamente ad alcuni colleghi di via Zara, si sono presentati sia all’abitazione, nel comune di Impruneta, che nell’ambulatorio veterinario situato al Galluzzo alle porte di Firenze, ‘armati’ di un decreto di perquisizione e contestuale informazione di garanzia. Destinataria del provvedimento la dottoressa E.F. di 33 anni. La quale in questo contesto giudiziario risulta anche indagata per violazione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, firmata a Strasburgo il 13 novembre 1987 e recepita dall’Italia il 4 novembre 2010.

Gli agenti della prima sezione della squadra Mobile di Padova hanno esaminato materiale cartaceo e informatico. Perquisiti anche i mezzi di trasporto della dottoressa. I fatti che il pm patavino contesta alla fiorentinissima dottoressa E.F. sarebbero stati commessi, in concorso con altre persone già identificate in Veneto e altre regioni sarebbero stati commessi a partire dal 2010 e accertati a partire dall’agosto dello stesso anno. Poi le indagini si sono sviluppate in maniera imprevedibile fino a prevedere l’associazione per delinquere.

Il pm Roberti è lo stesso che si è già occupato di alcuni casi di maltrattamento di animali uno dei quali datato maggio 2012. In quella circostanza le guardie della Lac avevano salvato 72 cuccioli trovati in un camion con targa ungherese e guidato da un cittadino della stessa nazionalità. Erano stati individuati anche i due allevamenti nel sud dell’Ungheria che avevano rifornito i 72 cuccioli di rottweiler, chiwawa, golden retriever, cocker, bulldog, barboncini, maltesi, labrador e bassotti. Oltre dieci di loro erano tenuti addirittura in scatoloni di cartone completamente chiusi. Molti dei cani, inoltre, erano trasportati in gabbie privi di acqua e cibo. I poveri animali presentavano in alcuni casi chiari sintomi di disidratazione.