Firenze, 10 ottobre 2013 - "ORA CI SI METTONO anche i lupi: abbiamo nuove stragi di pecore. Non ce la facciamo più, praticamente ogni giorno riceviamo bollettini di guerra su devastazioni compiute da animali selvatici". Si mette le mani nei capelli Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura, mentre scorre lettere e mail di protesta. L’ultima è della signora Tiziana, allevatrice di Scansano: il suo ovile è stato devastato da un branco di lupi. Una settantina le pecore sgozzate. Il danno? Almeno 30mila euro. Alberto, viticoltore della provincia di Siena, scrive: "Amo gli animali, ma i cinghiali hanno distrutto un terzo della mia produzione: che cosa devo fare?"
In provincia di Pistoia, i cervi provocano incidenti stradali a raffica. Nell’Aretino, oltre ai cinghiali sembrano scatenati anche caprioli, daini e ... storni. Tanto che ieri Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti, ha denunciato: "In un anno abbiamo perso quasi 700 ettari di vigneto. La Toscana è attaccata da un esercito composto da 350 mila ungulati: più della metà sono cinghiali".

ALLEVATORI e coltivatori chiedono alla Regione di finanziare sistemi d’allarme. In particolare recinti capaci di respingere le incursioni, soprattutto notturne, attraverso lievi scariche elettriche. Ma sembra che i cinghiali abbiano imparato a resistere e a non farsi spaventare dalla scossa. Anche i cacciatori protestano: sostengono che le quote d’abbattimento per le cacce di selezione siano troppo limitate. Ma la Regione deve rispettare leggi e regole.
Il problema? Nessuno dichiara velleità «stragiste», nel senso di voler sterminare specie protette in senso stretto. Per esempio il lupo. Ma l’allarme è forte.
«Se scendi nell’ovile per difendere le tue pecore e ti trovi davanti due o tre lupi affamati che fai?» chiede Salvadori. Che prosegue: «La Toscana ha difficoltà maggiori di altre Regioni, ha vigneti al limitare dei boschi: da dove gli ungulati escono e distruggono. Dal 2005 in poi abbiamo avuto danni per 10-12 milioni di euro, ormai sto perdendo il conto Ho convocato varie riunioni, stiamo cercando di correre ai ripari».

L’ASSESSORATO all’agricoltura è in prima linea, ma viene coinvolta anche la sanità. Le decisioni sono in mano all’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) che può autorizzare interventi d’emergenza. Salvadori non ha dubbi: «Ho chiesto l’intervento della Presidenza del consiglio dei ministri. Che deve convocare l’Ispra, altrimenti rischiamo di perdere troppo tempo».
L’obiettivo? Ancora Salvadori: «Chiederemo l’azzeramento della presenza di ungulati nelle zone non vocate. Quanto ai lupi dovremo intervenire sugli ibridi, i cuccioli nati dall’accoppiamento fra lupi e cani inselvatichiti». Timore di polemiche con il mondo animalista? L’assessore allarga le braccia: «Agiremo con cautela, ma le stragi negli ovili fanno scattare l’interesse primario: l’incolumità pubblica».

di Sandro Bennucci