di Michele Brancale

Firenze, 3 ottobre 2013 - La tragedia avvenuta a Lampedusa, al largo dell'isola dei Conigli, ha la forza di vincere l'impermeabilità al dolore. Sono migliaia i migranti morti nel Mediterraneo. L'orribile naufragio che ha trascinato con sè centinaia di vite, anche quelle piccolissime di bambini fuggiti con le loro famiglie da Siria, Eritrea e Somalia, interroga la sordità europea e scalfisce quell'abitudine alla corsa per cui si passa oltre.

Durissimo l'intervento di Papa Francesco: ''Mi viene subito la parola vergogna: una vergogna. Parlando di pace e della crisi economica mondiale che è un sintomo grave della mancanza di rispetto per l'uomo voglio esprimere il grande dolore per le numerose vittime dell'ennesimo, tragico naufragio a largo di Lampedusa''.

"Nessun volto umano può essere per noi clandestino, né vogliamo essere anonimi per quanti da quelle imbarcazioni fragilissime e cariche di disperazione chiedono aiuto", spiega la Comunità di Sant'Egidio di Firenze. Venerdì 4 ottobre 2013, nel giorno di San Francesco, la Comunità si riunirà a Firenze alle ore 20.30 in una preghiera aperta a tutti e in particolare agli immigrati, nella chiesa di San Tommaso, in via della Pergola 8, proprio per ricordare le vittime della tragedia di Lampedusa.

“L’immane tragedia di Lampedusa - sostiene Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, già ministro della Integrazione e Cooperazione internazionale - esige da parte di tutti una risposta che non si limiti al cordoglio ma che chiami in causa le responsabilità e si faccia carico del coraggio di una proposta. Chiedo un funerale di Stato, a Roma, per le vittime di questo ennesimo disastro umanitario; e mentre ci uniamo alla preghiera di papa Francesco, e sollecitiamo interventi rapidi ed efficaci per alleviare le sofferenze dei superstiti, non possiamo non tornare a denunciare con forza le carenze della politica europea e mondiale, l’inadeguatezza delle iniziative della cooperazione internazionale di fronte al fenomeno gigantesco, inarrestabile delle migrazioni, una vera emergenza del nostro tempo”.

I viaggi della speranza, destinati a concludersi nella disperazione e nell’orrore, “devono essere fermati all’origine, e per questo occorre organizzare un efficiente sistema di controllo internazionale sulle coste del Mediterraneo e di repressione dell’attività criminale dei trafficanti di uomini, donne e bambini".

Viene interrogata la cooperazione internazionale, che "deve impegnarsi nell’aiuto ai paesi più poveri dell’Africa e nelle zone di guerra, per alleviare le condizioni di vita delle popolazioni e prevenire, ove possibile, il fenomeno migratorio. L’Europa deve aprire a Lampedusa o in Sicilia un Centro di prima accoglienza non solo italiano, nel quale si esprima la solidarietà dell’intera Unione; e deve farsi carico del reinsediamento dei profughi, dei migranti, dei richiedenti asilo nei diversi paesi europei che possono accoglierli e offrire loro condizioni dignitose di vita e di lavoro. E questo è solo il minimo che si possa e si debba fare nell’immediato".

L’8 luglio scorso papa Francesco aveva lanciato da Lampedusa un appello a risvegliare le nostre coscienze “perché ciò che è accaduto non si ripeta”. Ma "si è ripetuto; ed è responsabilità di tutti coloro che 'con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi'. A questa denuncia di tre mesi fa, ieri il Papa ha aggiunto una sola parola: ‘Vergogna’. L’Europa, il mondo, si muovano!”

Per parte loro, le Arci della Toscana hanno chiesto alla Regione e agli enti locali una giornata di lutto: "E' evidente - spiegano - che non ci si possa più limitare a lavarsi la coscienza incolpando gli scafisti. E' evidente che tutti i giri di vite messi in atto in questi anni a proposito di sbarchi (che hanno procurato anche condanne di organismi internazionali al nostro Paese) si siano rivelati dannosi e non possano essere più riconosciuti come una risposta accettabile e credibile. Pensiamo, insomma, sia necessario che ci si interroghi una volta per tutte sui motivi che inducono migliaia di persone ad affidarsi a sfruttatori senza scrupoli e che si sospendano gli accordi bilaterali tra Italia e Libia".

Mentre dalla Provincia di Firenze, giunge l'invito della maggioranza dei consiglieri a considerare responsabilità e accoglienza l'esatto contrario del buonismo, da quella di Prato si sottolinea come "di fronte a una strage, con 90 morti e 250 dispersi, la solidarietà verso i profughi, verso le vittime e le loro famiglie non basta. Servono azioni concrete e fra gli attori l'Europa adesso è indispensabile. Dobbiamo gestire un'emergenza umana e sociale grave e drammatica e ci serve aiuto”.

Nella nota dei consiglieri della Provincia di Firenze si rileva che “se una colpa c'è, è che l'immigrazione è figlia della povertà e della guerra: somali, eritrei e siriani portano in sé, fin da piccolissimi, le ferite aperte dalla storia per cui, senza potere scegliere, si nasce nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

A Pisa sono stati sospesi i lavori del Consiglio comunale e listata a lutto la bandiera del Comune. Il Comune di Santa Croce sull'Arno ha decisio di intitolare una strada alle vittime. Bandiere a lutto nelle sedi Pd di Sesto Fiorentino.

Intanto domenica 6 ottobre si svolgerà a Firenze, alle 20.30, in Piazzale Michelangelo, l'ultima tappa di 'Dieci piazze per dieci comandamenti', l'iniziativa organizzata da Rinnovamento dello Spirito Santo e dedicata, nel caso della città del fiore, all'ottavo comandamento 'Non dire falsa testimonianza'. Durante la serata, sarà trasmesso un videomessaggio di Papa Francesco. Tra i testimoni anche il coordinatore della sede di Rinnovamento a Lampedusa.